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29 Marzo 2024 10:30
29 Marzo 2024 10:30

Il Governo garantisce con i soldi degli italiani una liquidita’ di 750 miliardi alle imprese

200 miliardi per la liquidità delle imprese e 200 miliardi per il sostegno dell'export. 200 miliardi di prestiti con garanzie dello Stato fino al 90% per tutte le imprese, senza limiti di fatturato

ROMA – Il Consiglio dei ministri è terminato a Palazzo Chigi. “Trovata l’intesa sul pacchetto liquidità alle imprese, in grado di mobilitare risorse per oltre 750 miliardi di euro, oltre 400 in più rispetto ai 350 miliardi già previsti nel Dl cura Italia”, secondo fonti del Mef che spiegano che si liberano 200 miliardi per la liquidità delle imprese e 200 miliardi per il sostegno dell’export. Nel decreto sulla liquidità alle imprese, rendono noto fonti del ministero, “si mobilitano 200 miliardi di prestiti con garanzie fino al 90% per tutte le imprese, senza limiti di fatturato”.

L’intesa trovata dal governo sul pacchetto liquidità alle imprese è “in grado di mobilitare risorse per oltre 750 miliardi di euro”: con il decreto imprese arrivano “oltre 400 in più rispetto ai 350 miliardi già previsti nel dl cura Italia“. Rimane al 100% la garanzia sui prestiti per imprese piccole e medie.  Raggiunto  l’accordo sul pacchetto di garanzie alle Pmi. Questi i punti: 1) 100% fino a 25 mila euro senza alcuna valutazione del merito di credito; 2) 100% fino a 800.000 euro (di cui 90% Stato e 10% Confidi)  senza valutazione andamentale; 3) 90% fino a 5 milioni di euro senza valutazione andamentale.

Fonti del Ministero dell’Economia rendono noto  che con il decreto imprese viene  – “rafforzato il ruolo di Sace anche nel campo dell’export e del sostegno alla internazionalizzazione delle imprese”. Deliberata dal Consiglio dei ministri anche una deliberazione per l’assegnazione di risorse al commissario straordinario Domenico Arcuri, il cui ruolo è stato istituito dal decreto Cura Italia per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento a contrasto dell’emergenza CoronavirusIl commissario, a quanto si legge nel testo del “decreto Cura Italia”, è dotato di risorse per l’acquisto dei beni necessari a contrastare l’epidemia: le risorse sono “versate su apposita contabilità speciale intestata al commissario” che può aprire un “apposito conto corrente bancario” per regolare le transazioni in maniera più celere, nel caso richiedano pagamento immediato o anticipato delle forniture, anche senza garanzia.

Il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a proposito del decreto legge destinato alle imprese ha informato che il Consiglio dei Ministri  ha “deliberato la sospensione di vari pagamenti fiscali e contributi e ritenute anche per i mesi di aprile e maggio” dopo quelli dello scorso mesi di marzo “Abbiamo potenziato lo strumento della golden power, potremo controllare operazioni societarie e le scalate ostili non solo nei settori tradizionali, ma in quelli assicurativo, creditizio, finanziario, acqua, salute, cybersicurezza“.

Conte ha sostenuto, mentendo, che non ha mai impedito ai governatori regionali di fare ordinanze più restrittive. Dovrebbe spiegare agli italiani chi ha fatto i ricorsi che ha fatto contro l’ ordinanza della Regione Marche, e quello contro la Regione Basilicata. E questo sarebbe l’ “avvocato degli italiani” ?

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