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26 Aprile 2024 01:38
26 Aprile 2024 01:38

Fondi Lega, arrestato l’idraulico Barachetti milionario coi soldi leghisti

Nell'indagine della Procura di Milano sulla Lombardia Film Commission finisce ai domiciliari anche l'imprenditore che ha fatto da sponda ai vorticosi movimenti di denaro proveniente dai conti del partito di Matteo Salvini. Nei mesi scorsi erano stati arrestati anche Di Rubba e Manzoni, i due commercialisti bergamaschi legati alla Lega di Matteo Salvini

di VITTORIO MALAGUTTI*

Francesco Barachetti, l’idraulico della Val Seriana che ha accumulato una fortuna milionaria grazie agli appalti della Lega di Matteo Salvini, è stato arrestato su richiesta del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi, titolari dell’inchiesta della procura di Milano sul caso Lombardia film Commission.

Prima di lui nei mesi scorsi erano finiti ai domiciliari anche Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, i due contabili del Carroccio considerati i registi dell’operazione immobiliare che, secondo l’accusa, ha fruttato oltre 800 mila euro di profitti agli indagati ai danni della fondazione pubblica regionale.

Barachetti, come dimostrano gli atti d’indagini, era un personaggio centrale nel vorticoso giro di denaro che aveva come sponde anche il partito di Salvini e società a questo collegati. Col tempo, in parallelo ai movimenti di denaro, era cresciuto a gran velocità anche l’impresa dell’idraulico grande amico di Di Rubba, come lui originario Casnigo, paesino della Val Seriana in provincia di Bergamo.

Barachetti, 43 anni, che dal padre Giuseppe aveva ereditato un’impresa artigianale specializzata in lavori idraulici, nell’arco di un paio di anni si è tuffato a corpo morto in altri settori d’attività: elettricità, ristrutturazioni edilizie, pulizie fino alla sanificazione, che in tempi di pandemia è diventato un business ricchissimo. Nelle settimane del lockdown è proprio l’azienda dell’amico di Di Rubba a intervenire per mettere in sicurezza i locali della sede milanese della Lega, in via Bellerio. Già che c’era, Barachetti negli anni scorsi ha investito alla grande in immobili. Oltre alle ville in Sardegna, ha comprato un’intera palazzina nel centro storico di Casnigo, messa in vendita dal Comune e ora la sta ristrutturando.

Nella vicina Gazzaniga, invece, si è messo in affari con la parrocchia e con la locale casa di riposo che gli hanno venduto un paio di appartamenti. Il monumento al successo dell’idraulico leghista e dei suoi sodali si trova sulla statale che da Bergamo porta a Clusone, a poche centinaia di metri dal bivio con i tornanti che salgono verso Casnigo. Impossibile non notare quell’enorme capannone coperto da un telo bianco e azzurro con una scritta a caratteri cubitali: “Barachetti service”. Poco più in basso, sulla stessa strada, uno scatolone nero in vetro e cemento ospita l’autonoleggio della coppia Di Rubba-Manzoni. Nsa servizi, recita l’insegna a bordo strada, una società che negli ultimi quattro anni ha fatto soldi a palate grazie alla Lega, di gran lunga il cliente più importante. Il fatturato è aumentato dai 175 mila euro del 2016 ai 717 mila registrati nel 2019.

La svolta risale al 2015 quando Giulio Centemero, legatissimo a Salvini, da poco nominato tesoriere della Lega, chiama Manzoni, suo ex compagno di università, per occuparsi dei conti del partito. Il bergamasco Manzoni è socio di studio di Di Rubba, il quale conosce da una vita Barachetti. Entrambi sono cresciuti a Casnigo e vengono da famiglie di imprenditori con attività in settori affini, visto che i Di Rubba erano titolari di un’azienda di trattamento acque, la Biodepuratrice. Affare fatto, quindi. I due commercialisti entrano nel cerchio magico di Salvini e l’amico idraulico vede moltiplicarsi il giro d’affari grazie alle commesse della Lega.

Tra il 2013 e il 2018 il fatturato della Barachetti service è passato da 616 mila a 4,1 milioni di euro. E nelle informative della Guardia di Finanza agli atti dell’inchiesta di Milano si legge che nell’arco di un triennio, dal 2016 alla fine del 2018, dalla galassia leghista sono usciti quasi 2 milioni di bonifici verso i conti bancari della società di Barachetti. Una parte di quei soldi, secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori, prende subito il volo e torna nella disponibilità di Di Rubba e Manzoni, a loro volta destinatari di ricche prebende dal partito di Salvini.

Oltre al denaro versato alla Nsa, di cui si è detto, ci sono oltre 500 mila euro destinati tra il 2015 e il 2018 alla già citata Dea, società controllata dai due professionisti. Questa girandola di operazioni alimenta dubbi e sospetti. A proposito di Barachetti, in un rapporto dell’Ufficio informazioni finanziarie (Uif) della Banca d’Italia si legge che “le operazioni di accredito (verso i conti di Barachetti, ndr) connotate da importo tondo e da periodicità non in linea con gli usi di mercato, erano seguite da operazioni di segno contrario in favore di professionisti o società riconducibili al partito». Un meccanismo tipico del riciclaggio, con l’obiettivo di rendere il più difficile possibile identificare la destinazione ultima dei soldi.

*inchiesta tratta dal settimanale L’ESPRESSO

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