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20 Aprile 2024 12:54
20 Aprile 2024 12:54

Ferragosto di scelte per l’ILVA: atteso il parere dell’ Avvocatura dello Stato

ArcelorMittal, continua a professarsi "ottimista", ben consapevole che in caso di annullamento della gara per autotutela, potrebbe intentare una causa per inadempimento contrattuale e vincerla senza problemi, considerando di poter contare sull'aggiudicazione del bando da parte dei Commissari Straordinari ILVA , del Ministero dell' Ambiente, dell' Avvocatura dello Stato e dell' Antitrust Europea.

ROMA – Quella che si aprirà lunedì è sicuramente una settimana cruciale per il destino dell’ILVA. Infatti nei giorni prima di Ferragosto dovrebbe infatti arrivare il parere dell’Avvocatura Generale dello Stato sulla procedura di gara per la cessione ad ArcelorMittal.

Un parere non vincolante a cui Luigi Di Maio , ministro dello sviluppo e del lavoro,  intende dare  un valore decisionale sulle proprie mosse: “Sarà l’Avvocatura a dirmi se ci sono i presupposti per revocare la gara oppure no“, ha detto il ministro nei giorni scorsi, sostenendo comunque che anche se si dovesse annullare la gara è già pronto un piano B.

La richiesta di parere all’Avvocatura, formulata sulla base delle criticità segnalate dall’Anac, peraltro incompetente in materia, è stata inviata l’8 agosto scorso e la risposta potrebbe arrivare tra lunedì e martedì sulla scrivania ministeriale di Di Maio . Sull’ ILVAaspettiamo il parere dell’Avvocatura, e qualsiasi piano è volto a tutelare la salute dei cittadini di Taranto e i livelli occupazionali”, ha dichiarato qualche giorno fa il ministro, sottolineando che “lo Stato deve essere molto attento quando un privato subentra a un altro privato nella gestione di un’azienda“. Piccolo particolare: lo Stato non ha alcun potere nella cessione fra due privati, di proprietà provate, e Di Maio è ben consapevole che qualsiasi sua decisione verrebbe “asfaltata” dai giudici del TAR.

La decisione è ora attesa intorno a Ferragosto, che ha vincolato le proprie ferie alla chiusura di questo dossier. Di Maio, sostiene di avere già pronto un “piano B”, che si guarda bene dallo svelare. Sarebbe curioso sapere chi ha redatto questo fantomatico “piano” alternativo, considerando che nel curriculum del leader grillino non si rilevano competenze, esperienze o professionalità adeguate e necessarie in tal senso.

Quello che è sicuro è che non si procederà per decreti:Ci lavorerò tutto agosto, non voglio fare un altro decreto Ilva per farla continuare a girare a spese dei cittadini“, ha dichiarato Di Maio, ma anche in questo caso ha dimenticato che l’ ILVA in realtà si mantiene grazie ai finanziamenti bancari soltanto “garantiti” dallo Stato, e che verranno ripianati dall’ acquirente . E quindi nessun costo ricade sui cittadini e contribuenti.

Su tutta la vicenda pendono non poche incognite. Mentre ArcelorMittal, continua a professarsi “ottimista”, ben consapevole che in caso di annullamento della gara per autotutela, potrebbe intentare una causa per inadempimento contrattuale e vincerla senza problemi, considerando di poter contare sull’aggiudicazione del bando da parte dei Commissari Straordinari ILVA , del Ministero dell’ Ambiente, dell’ Avvocatura Generale dello Stato e dell’ Antitrust Europea.

Infine si è sciolto come neve sotto al sole cocente di ferragosto, il tentativo grillino affidato ai sodali fiancheggiatori dal Fatto Quotidiano, i quali hanno sostenuto un conflitto interesse fra  l’attuale Avvocato generale dello Stato, Massimo Massella Ducci Teri, che invierà il parere sull’ILVA, oltre che al ministro, anche alla ClearyGottlieb, uno dei due studi legali internazionali che assiste Mittal nella vicenda ILVA, in cui, secondo il quotidiano, lavorerebbe dal 2009 il figlio Bernardo.

Bernardo Massella Ducci Teri

Circostanza vera, ma quello che i giornale diretto da Marco Travaglio si guarda bene dal precisare,  che  Bernardo Massella Ducci Teri  figlio dell’ Avvocato generale dello Stato, notizia peraltro facilmente reperibile in rete (leggi QUI si occupa di diritto societario, bancario e fallimentare e quindi nessun parere sull’ILVA rischia di arrivare sulla sua scrivania.

Purtroppo ci sono in circolazione troppi giornalisti “schierati” che dimenticano di dover applicare la deontologia nell’esercizio della propria professione, e che non sono abituati a fare tutte le verifiche necessarie prima di informare i propri lettori. resta da chiedersi: ma sono giornalisti ? E’ informazione questa, che si può definire di parte e “drogata” ?

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