di Valentina Rito
L’ ex gip del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis, e l’imprenditore agricolo Antonio Tannoia, accusati in concorso con il caporal maggiore capo scelto dell’Esercito Antonio Serafino (ha invece patteggiato una condanna di pena a 5 anni di reclusione con il consenso della Procura) di traffico e detenzione di armi ed esplosivi, anche da guerra che sono state confiscate, e del relativo munizionamento e di ricettazione, è stato stati condannato oggi alla pena di 12 anni e 8 mesi di carcere, dal Gup del tribunale di Lecce, Laura Liguori. Nel processo si è costituita parte civile l’avvocatura dello Stato per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero di Giustizia.
L’ex gip De Benedictis era stato arrestato il 24 aprile 2021 per corruzione in atti giudiziari accusato di aver agevolato la scarcerazione di alcuni criminali baresi e foggiani in cambio del versamento di tangenti. Nello stesso tempo in cui si svolgeva l’inchiesta a suo carico, il magistrato venne colpito da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere a seguito di una indagine dei poliziotti della squadra mobile di Bari, diretta dal primo dirigente Filippo Portoghese, e che consentirono il ritrovamento nel deposito sotterraneo di una masseria di Andria, di un arsenale di armi da guerra composto da più di 200 pezzi tra fucili mitragliatori, fucili a pompa, mitragliette, armi antiche e storiche, pistole di vario tipo e marca, esplosivi, bombe a mano ed una mina anticarro, oltre a circa 100mila munizioni.
Ritrovamento che portò all’ arresto del proprietario della masseria, Antonio Tannoia di 55 anni il quale durante le operazioni fasi sequestro della armi, dichiarò alla polizia che quell’arsenale era nella totale esclusiva disponibilità del giudice De Benedictis.
Nei confronti dell’ ex magistrato, condannato in precedenza a 9 anni e 9 mesi per corruzione in atti giudiziari , è stata accolta dal tribunale di Lecce la richiesta della Procura di Lecce, con un aggravio di otto mesi in più di pena, rispetto ai 12 anni richiesti dai pm
Le richieste di condanna erano state avanzate dal pm Alessandro Prontera dinanzi alla giudice dell’udienza preliminare nell’ambito del processo celebratosi con il rito abbreviato, che ha consentito uno sconto di 1/e della pena prevista dal Codice. Dopo la requisitoria dell’accusa e le arringhe difensive, la giudice si è ritirata in camera di consiglio.
Entro le prossime 48 ore il Gup Liguori si pronuncerà sulla richiesta di revoca degli arresti domiciliari presentata dalla difesa di Serafino.