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19 Aprile 2024 07:52
19 Aprile 2024 07:52

Anche a Taranto raccolte le firme dai Radicali per la separazione delle carriere dei magistrati

Brandimarte, uno dei primi firmatari a Taranto, ha sottolineato il valore dell’iniziativa: “Altamente democratica e benefica per lo stato di diritto è la raccolta delle firme per la separazione delle carriere nella magistratura. Una operazione giuridica e costituzionale di altissimo rilievo quanto mai necessaria per il Paese al fine di apportare un aggiustamento al nostro ordinamento costituzionale".

ROMA – “C’è un giudice a Berlino. No, c’è un giudice di sorveglianza a Taranto”. Il giudice era Massimo Brandimarte e veniva  così descritto da Marco Pannella e dall’onorevole Rita Bernardini a testimonianza della stima dei vertici Radicali per la sua attenzione alle problematiche dei detenuti. Quella stima immutata ha portato  ieri  a Taranto l’onorevole Bernardini e un altro esponente della presidenza del Partito Radicale, l’onorevole Sergio D’Elia, per sostenere la candidatura a sindaco di Brandimarte.

Un sostegno reciproco, infatti il gazebo di Brandimarte e della sua coalizione,  è stato il punto di riferimento della raccolta di firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per la separazione delle carriere nella magistratura ai tavoli di raccolta delle firme allestito in Piazza Della Vittoria. La presenza dello stesso Brandimarte  e dell’onorevole Bernardini, al suo 13° giorno di sciopero della fame per sollecitare l’approvazione del nuovo ordinamento penitenziario, ha richiamato molti cittadini che hanno sottoscritto la petizione. Petizione che va segnalato, non ha visto alcuna iniziativa da parte della Camera Penale di Taranto. Paura forse di inimicarsi qualche giudice o magistrato ? A Taranto può succedere anche di questo.

Brandimarte, che è stato uno dei primi firmatari a Taranto, ha sottolineato il valore dell’iniziativa: “Altamente democratica e benefica per lo stato di diritto è la raccolta delle firme per la separazione delle carriere nella magistratura. Una operazione giuridica e costituzionale di altissimo rilievo quanto mai necessaria per il Paese al fine di apportare un aggiustamento al nostro ordinamento costituzionale. Nel carcere di Taranto, nella cella di sicurezza dell’ospedale, un detenuto ha tentato il suicidio per la quarta volta. I magistrati dell’ufficio del pm avevano sempre espresso parere contrario alla scarcerazione perché ritenevano che fingesse. Adesso è in coma profondo”

“A Lecce, un altro episodio analogo, sabato scorso, ha avuto un epilogo tragico – aggiunge Brandimarte –  Preoccupiamoci, dunque, dei soggetti più deboli, tuteliamo i diritti civili. Questi episodi non devono più accadere. Tutti i magistrati, in particolare dell’ufficio del pubblico ministero, devono assumersi la responsabilità morale del lavoro che fanno. Lo fanno con altissima preparazione e competenza e altissima moralità ma occorre qualcosa in più. La separazione delle carriere servirà a migliorare il sistema, a responsabilizzare maggiormente chi deve giudicare sulla pelle delle persone. Il Partito Radicale è stato sempre in prima linea su questo fronte e noi dobbiamo ringraziarlo”.

L’onorevole Bernardini ha ricordato come l’impegno di Brandimarte verso le problematiche del sistema penitenziario sia stato riconosciuto dagli stessi carcerati: “Massimo si occupava dei detenuti con rispetto, senso di responsabilità e di giustizia. E’ stato un Presidente del Tribunale di Sorveglianza che i detenuti hanno stimato e amato. Erano loro a parlarmi di lui come di una persona giusta, non di una persona che li aiutava ma che prendeva delle decisioni giuste. Il nostro sostegno alla sua candidatura è dovuto al suo impegno prima che alla sua iscrizione al Partito Radicale. Mi auguro – ha dichiarato l’onorevole Bernardini – che i tarantini scelgano la persona e il suo vissuto. Merita fiducia per il suo impegno per i più deboli. Se farà il sindaco di Taranto lo farà da servitore dei cittadini come in passato dello Stato”.

Iscritto al Partito Radicale da quando ha lasciato la toga nel giugno 2015, Brandimarte ha spiegato di esserlo sempre stato idealmente: “Lo sono sempre stato nell’animo perché ho avuto costantemente come obiettivo la tutela dei diritti civili e dei più deboli, in modo particolare dei detenuti. Mi sono occupato della giustizia civile, del lavoro, alla fine della giustizia penale e della giustizia riparativa. Ho avuto l’onore di essere amico personale di Pannella una delle persone più religiose che ho conosciuto e da lui ho imparato una lezione nel tempo. Lui ripeteva una frase di San Paolo: “dobbiamo essere spes e non spem“. Dobbiamo essere speranza noi stessi e non guardare all’orizzonte una speranza che chissà se verrà”.

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