di Valentina Taranto
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Potenza dr.ssa Teresa Reggio ha respinto oggi dopo una camera di consiglio la richiesta di patteggiamento avanzata dal faccendiere-bancarottiere avv. Pietro Amara, precedente concordata con la Procura di Potenza guidata dal procuratore Francesco Curcio. Infatti secondo il Gip l’omesso deposito degli interrogatori dei verbali degli interrogatori resi dall’ Amara “non permette di apprezzarne la portata nè sotto il profilo del contributo apportato allo sviluppo delle indagini, nè sotto il profilo della migliore comprensione dei fatti già oggetto di vaglio degli investigatori“.

Non è la prima volta che la Procura di Potenza dimentica (o omette ?) di depositare verbali dei propri interrogatori ad Amara, un pò troppo spesso coperti ed infarciti di “omissis” come accaduto in precedenza nel procedimento nei confronti del prof. Enrico Laghi.
Inoltre è emerso che l’ Amara ha subito un’ulteriore “condanna per plurimi fatti di bancarotta pluriaggravata” commessi nel febbraio 2018 e quindi in data successiva ai fatti oggetto del presente procedimento” e quindi anche se non con sentenza definitiva, secondo il Gip Reggio, offre elementi che consentono di ritenere che “il crimine rappresenti per Amara un valido ed alternativo sistema di vita e contribuisce a rafforzare il giudizio negativo posto a fondamento del diniego delle richieste circostanze attenuanti generiche“.

Il giudice nella sua ordinanza ha posto in evidenza “la personalità negativa dell’ Amara, desumibile, anche dalle modalità della condotta, connotata da estrema e preoccupante spregiudicatezza” che “non consente di esprimere un giudizio di congruità della pena, che nella misura concordata (con la procura di Potenza, n.d.r.), appare con tutta evidenza inidonea a svolgere la funzione sua propria” rigettando la richiesta e disponendo la restituzione degli atti all’ufficio del pubblico ministero.