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29 Marzo 2024 12:32
29 Marzo 2024 12:32

‘Capitano Ultimo’: “Il sindacato carabinieri fuori dalle dispute politiche”

Le prime parole di "Ultimo": "Promuoveremo percorsi di difesa sociale perché sono i valori fondanti di una società, non entreremo nella disputa politica, opereremo senza interessi personali o protagonismi e sosterremo le famiglie dei Carabinieri. Vogliamo dare dignità al ruolo dei comandanti delle stazioni, ai carabinieri che portano avanti la tradizione di Carlo Alberto Dalla Chiesa e a tutti i Carabinieri"

ROMA – Insieme ai promotori del SIM, Sindacato Italiano militare, “ci sono tutti i carabinieri caduti, tutti quelli che hanno combattuto per i diritti sindacali e hanno subito discriminazioni.Quando si parla di dignità della persona non si fa un discorso politico, si fa un discorso umano e il sindacato è uno degli strumenti per affermare questo principio“. Sono le prime parole del Colonnello Sergio De Caprio, meglio noto come ‘Capitano Ultimo‘, neo presidente della prima associazione sindacale militare.

“Promuoveremo percorsi di difesa sociale perché sono i valori fondanti di una società, non entreremo nella disputa politica, opereremo senza interessi personali o protagonismi e sosterremo le famiglie dei Carabinieri. Vogliamo dare dignità al ruolo dei comandanti delle stazioni, ai carabinieri che portano avanti la tradizione di Carlo Alberto Dalla Chiesa e a tutti i Carabinieri“, ha aggiunto.

De Caprio è stato proclamato all’unanimità dai 250 militari dell’Arma, giunti da ogni parte d’Italia, che si sono riuniti in un albergo di Roma per prendere parte alla prima assemblea generale del sindacato. “Per me è un onore, è un privilegio. Penso a tutti coloro che hanno combattuto fino ad oggi per questo traguardo, subendo anche discriminazioni. La strada che percorreremo punterà alla tutela dei diritti. Tutti insieme – ha detto il Presidente ‘Ultimo‘ – per impedire che ci dividano in particelle da calpestare, siamo un amore grande e andremo avanti insieme“.

De Caprio affronta questo nuovo incarico ha detto via telefono rivolgendosi  ai presenti”con umiltà, con grande senso di responsabilità. Io non ho paura e so che siete i miei fratelli”, .

il brigadiere capo Antonio Serpi

Alla segreteria generale del sindacato è stato nominato il brigadiere capo Antonio Serpi, il quale, ha elogiato “il ministro della Difesa Elisabetta Trenta che, lanciando il cuore oltre l’ostacolo, ha firmato la prima autorizzazione a costituire il sindacato” e ringraziato il comandante generale dell’Arma, Gen. Giovanni Nistri, “per non avere avuto dubbi a dare il proprio parere positivo“, ha sottolineato la “perseveranza” di tutti coloro che hanno lottato per arrivare a questo risultato.  “Il vento del cambiamento soffia nella nostra istituzione, con l’evoluzione dell’esperienza della Rappresentanza“, ha aggiunto.

All’assemblea costitutiva del nuovo sindacato ha preso parte anche Giorgio Carta, avvocato specializzato in diritto militare e da sempre vicino alle istanze della base. “Si è completato un percorso tortuoso – ha detto – che darà piena attuazione all’art. 39 della Costituzione. Siamo convinti che tutte le forze armate siano mature per seguire il percorso del sindacato“.

Nell’evidenziare l’importanza dello storico passo compiuto in materia di tutele sindacali, il legale ha osservato: “Non voglio più vedere davanti a me un carabiniere che mi dice ‘non ho paura di un rapinatore con la pistola in mano, ho paura in caserma‘”.

L’organigramma del Sim Carabinieri si compone anche del nome di Massimiliano Zetti (segretario generale aggiunto) e dei segretari nazionali Roberto Di Stefano, Luca Spagnolo, Salvatore Iandiorio, Donato Caputo, Emanuele Donno, Antonio Aprile, Luigi Avveduto, Vincenzo Bonaccorso e Riccardo Monti. Nell’ufficio di presidenza, insieme al Presidente De Caprio, il Vice Presidente Vito Turco.

De Caprio nel suo intervento ha parlato anche dal caso Cucchi. “Chi ha sbagliato deve pagare e chi invece ha subito ingiustizie deve essere risarcito – ha sottolineato – La cosa importante è non giudicare prima della sentenza, non condannare prima, bisogna essere equilibrati e fare tutto quello che dice la Costituzione, con equilibrio di giudizio“.

“Alla famiglia Cucchi così a quella del barbone Nereo che è stato investito nei giorni scorsi, diciamo che saremo sempre vicini alle vittime, perché facciamo i Carabinieri”, ha concluso.

 

 

 

 

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