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19 Aprile 2024 08:17
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Terrorismo. Scoperta cellula legata all’ Isis. Due fermi a Bari ed uno a Milano avevano foto degli obiettivi da colpire in Italia

Trovate nei telefonini immagini di sopralluoghi al Colosseo e al Circo Massimo, di hotel di Londra e dell'Ipercoop e dell'aeroporto di Bari. Le indagini sono partite il 16 dicembre scorso quando i Carabinieri sono intervenuti presso l' Ipercoop di Santa Caterina a Bari per la segnalazione di 4 stranieri sospetti. Uno di loro stava facendo un video del centro commerciale con il cellulare.

Schermata 2016-05-10 alle 12.16.26Due persone sono state arrestate a Bari con l’accusa di far parte di una cellula terroristica legata allo Stato islamico e ad Al Qaeda. Secondo gli investigatori erano pronti a fare attentati in centri commerciali, porti e aeroporti. La cellula sarebbe stata composta da cinque persone, dei quali uno è attualmente ricercato a Milano, mentre altri due si sarebbero già dileguati in Afghanistan. I pubblici ministeri Giuseppe Drago e Roberto Rossi della Procura di Bari hanno loro contestato “la preparazione e l’esecuzione di azioni terroristiche da attuarsi contro governi, forze militari, istituzioni, organizzazioni internazionali, cittadini e altri obiettivi civili“.  “In particolare – aggiungono – l‘organizzazione, che aveva disponibilità di armi, predisponeva, tramite la preventiva ispezione dello stato dei luoghi (anche con documentazione fotografica e video), attentati terroristici presso aeroporti, porti, mezzi delle forze dell’ordine, centri commerciali, alberghi oltre che di altri imprecisati attentati terroristici in Italia  e Inghilterra“.

Fermati filmavano Ipercoop e aeroporto Bari – Le indagini sono partite il 16 dicembre scorso quando i Carabinieri sono intervenuti presso l’ Ipercoop di Santa Caterina a Bari per la segnalazione di 4 stranieri sospetti. Uno di loro stava facendo un video del centro commerciale con il cellulare. Dall’analisi dei dati contenuti nel suo telefono, poi sequestrato, gli investigatori hanno trovato anche un video dell’area interna dell’aeroporto di Bari-Palese. Sulla base di quanto sono riusciti a ricostruire nell’operazione anti-terrorismo  Carabinieri del Comando provinciale di Bari, il gruppo stava progettando di effettuare attentati in Italia, in Francia, in Belgio e in Inghilterra. Il comando provinciale dei Carabinieri della città pugliese, spiegano che i reati di cui sono ritenuti responsabili i due fermati sono “associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Dopo il controllo all’ipermercato, sono scattate intercettazioni telefoniche e controlli sulle attività informatiche degli indagati.

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nella foto, l’ Ipercoop di Santa Caterina a Bari

Le motivazioni dell’ arresto.Appaiono altamente pericolosi” e con “una predisposizione a delinquere inquietante” viene riportato nel decreto di arresto. “Essi appaiono – scrive il pm della Dda di Bari Roberto Rossicome soggetti altamente pericolosi ove si tenga conto della gravità, del numero dei fatti-reato contestati, della particolare complessità del meccanismo elaborato per realizzare gli illeciti guadagni, della spregiudicatezza e determinazione manifestate nell’esecuzione dell’illecito disegno“. “Sono tutti, quelli sommariamente enunciati, gravi indicatori – continua il magistrato – di una predisposizione a delinquere, cospicua, inquietante e, soprattutto, non occasionale o legata alla contingenza della specifica vicenda oggetto di indagine“.

Gli indizi in tal senso sono le decine di foto e filmati rinvenuti nei telefonini dei componenti della presunta cellula terroristica. Tra le immagini trovate  ci sono foto e video di Bari, Roma e Londra. Compaiono anche il Circo Massimo e il Colosseo. Secondo la Dda, “l’organizzazione predisponeva, mediante la preventiva ispezione dello stato dei luoghi (anche con documentazione fotografica e video), attentati terroristici presso aeroporti, porti, mezzi delle forze dell’ordine, centri commerciali, alberghi, oltre che altri imprecisati attentati terroristici in Italia e Inghilterra“. Foto e video trovati nei cellulari degli indagati “non avendo nessun valore turistico possono essere lette – secondo la Procura di Bari – come sopralluoghi da parte della cellula per compiere attentati“.

Uno dei due fermati aveva stabili collegamenti telematici con un noto sito talebano: il 30enne, munito di permesso di soggiorno, scaricava video e proclami inneggianti alla jihad e fotografie raffiguranti un noto capo carismatico talebano, ucciso durante un raid dell’aviazione statunitense, il 13 ottobre 2015. Nella tarda mattinata a Milano nei pressi della stazione di Porta Romana è stato fermato e tratto in stato di fermo il 24enne pakistano Zulfiqar Amjad, residente a Bari .

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nella foto il Sunborn Yacht Hotel

Immagini di armi, di militanti talebani, file audio scaricati dal web con preghiere, proseliti e indottrinamenti di matrice islamica radicale, video con tributi ai parenti e amici detenuti nel campo di prigionia di Guantanamo sono solo alcuni dei documenti estrapolati dai telefoni dei cittadini afghani fermati a Bari per terrorismo internazionale. “La cellula terroristica – si legge nel provvedimento di fermo – diffondeva l’ideologia violenta della guerra santa e le tecniche di combattimento (manuali operativi, manuali di fabbricazione di esplosivi) mediante lo strumento di internet. Il cospicuo materiale informatico era in possesso dei prevenuti pronto per essere usato“.

Schermata 2016-05-10 alle 13.14.49In uno dei cellulari è stata trovata pure la foto del presidente degli Stati Uniti Barack Obama sotto forma di caricatura di un asino. Secondo gli inquirenti si tratta di immagini che simboleggiano l’odio anti-occidentale, come la foto di uno degli indagati con il dito medio alzato verso la fotografia di Malala, premio Nobel per la Pace. Ci sono anche fotografie di marines americani con gli arti mutilati, foto di musulmani convertiti al cristianesimo, un’altra con tre militari dell’esercito Usa mentre posano con tre ragazze e un uomo di chiare origini medio-orientali corredata da una frase in arabo la cui traduzione è “Dio maledica le famiglie che autorizzano le loro figlie a lavorare con questi cani”.

Si è appreso anche di una foto a colori che ripropone due immagini in notturna che accostano due luoghi simbolo rispettivamente della cultura islamica e di quella occidentale: la moschea Al-Masjid al-Haram a La Mecca e la Tour Eifell di Parigi. La prima con un contrasto cromatico di base blu, “colore che notoriamente – spiegano gli inquirenti baresi – indica il paradiso e la spiritualità“, mentre  la seconda di base viola, “che notoriamente indica morte e lutto“.

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Secondo gli inquirenti baresi si sarebbe trattato di sopralluoghi finalizzati a progettare attentati. In particolare ci sono foto di Londra con l’ingresso e la panoramica del Sunborn Yacht Hotel in Royal Victoria Dock, hotel di lusso realizzato all’interno di uno Yacht che è permanentemente ormeggiato all’interno del Royal Victoria Dock (è il più grande dei tre bacini nei Royal Docks di East London); l’ingresso e la panoramica del South Quay Footbridge to Canary Wharf in West India Dock, che è una passerella pedonale con struttura mobile che permette l’apertura al traffico delle vie d’acqua; immagini dell’ingresso dell’hotel Premier Inn in International Square e dell’hotel Ibis Styles London Excel in Victoria Dock Road; infine Champions Walk, area pedonale del London Borough of Newham che è un borgo di Londra che si trova nella parte orientale della città, nella Londra esterna.

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nella foto il South Quay Footbridge to Canary Wharf

E’ stato rinvenuto anche parecchio materiale jihadista  di inconfondibile propaganda ideologica . Pur non avendo una gran liquidità finanziaria a disposizione, i due presunti terroristi volavano e tornavano dalla Gran Bretagna utilizzando sempre voli low cost. A Londra avevano ispezionato e fotografato con dovizia di particolari il centro commerciale West India Quay, appartamenti, un cinema, un centro benessere, un ristorante e hotel di lusso.

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A Bari avevano fatto  veri e propri sopralluoghi davanti ad aeroporti (ci sono i video degli interni dall’ Aereoporto di Palese), porti, centri commerciali, alberghi.  Due di loro parallelamente avevano organizzato  un gruppo internazionale di sostegno all’immigrazione clandestina che tra Bari, Calais e l’Ungheria che gestiva i flussi di migranti in tutta Europa. Proprio in conseguenza di questi continui viaggi e spostamenti gli investigatori hanno dovuto effettuare il fermo, mentre altre due persone sono ancora irreperibili.

Schermata 2016-05-10 alle 12.18.43Nei loro telefoni smartphone sono state rinvenute anche foto in cui si erano fotografati con fucili d’assalto in mano: una prova questa – secondo gli inquirenti – della  loro “disponibilità di armi da utilizzare per la preparazione di attentati“. All’atto dello stato di fermo i cinque – Ahmadzai Qari Khesta, Ahmadzai Surgul, Nasiri Hakim accusato di terrorismo internazionale, domiciliato presso il Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Bari-Palese con lo status di protezione sussidiaria riconosciuto il 5 maggio 2016, Amjad Zulfiqar, Ahmadzai Gulistan accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, domiciliato presso Borgo Libertà a Cerignola (Foggia), con lo status di protezione umanitaria riconosciuto nel settembre 2011.

I fermati si trovavano ancora in una fase iniziale del progetto ma avevano nel frattempo attivato “una rete di sostegno logisticoall’Is. Durante la cosiddetta ‘Marcia degli Scalzi’ del 10 settembre 2015 manifestazione organizzata in tutta Italia a cui  aderì anche la città di Bari, in segno di solidarietà e integrazione in favore dei cittadini immigrati, uno di loro, Hakim Nasiri, si fece un “selfie” accanto al sindaco di Bari, Antonio Decaro che era ignaro dell’identità dell’uomo. La foto compare nell’ordinanza per rimarcare la facilità di movimento dei terroristi arrestati.

intercettazioniIntercettazione: “questi bastardi si fanno espolodere e ci creano problemi” – Queste “esplosioni che creano problemi per noi! Questi bastardi Isis che fanno attentati”…”perché così si chiudono le frontiere e le persone non possono muoversi”. L ’interlocutore risponde: “Cosa te ne frega! Lascia che muoiano tra di loro” ed aggiunge noi prendiamo soltanto i documenti e lavoriamo“. E’ questo il dialogo telefonico intercettato dai Carabinieri  che ha consentito di scoprire, attraverso le intercettazioni, anche un traffico di migranti clandestini. La conversazione tra i due presunti trafficanti contiene critiche che gli interlocutori muovono ai terroristi dell’Isis che compiono gli attentati e che frenano il loro lavoro.

Uno dei fermati, Gulistan Ahmadzai, che parla al telefono con un altro indagato tuttora ricercato, è accusato di aver favorito l’ingresso di cittadini afghani e pakistani occupandosi del trasporto degli stessi a bordo di auto e imbarcazioni, dall’area centro-asiatica fino all’Europa in cambio di somme di denaro fra i 1.200 e i 3.700 ero a persona, dalla Turchia in Italia tramite la Grecia e dall’Italia in Francia per 700 euro a persona. I fatti contestati e ricostruiti dalla Dda di Bari attraverso attività di intercettazioni telefoniche si riferiscono al periodo compreso fra il dicembre 2015 e il maggio 2016.

CdG Volpe
Il procuratore capo di Bari Giuseppe Volpe

Procuratore di Bari: “L’ attentato in Italia non era imminente” Il procuratore capo di Bari Giuseppe Volpe, presentando i risultati dell’operazione dei Carabinieri, coordinati dalla Dda, che ha portato ai due arresti, in conferenza stampa ha dichiarato che “non ci risulta assolutamente un attentato imminente in Italia”  Gli altri tre fermi disposti (due per terrorismo e uno per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina) riguardano delle persone attualmente irreperibili. “Questa indagine – ha precisato Volpenon nasce come spesso accade da un imput dei servizi segreti ma da un’osservazione attenta di personaggi sospetti sul territorio da parte della nostra Polizia Giudiziaria, in particolare dei Carabinieri di Bari”. Alla conferenza stampa ha partecipato anche Elisabetta Pugliese della Procura Nazionale Antimafia, la quale ha parlato di indagine “inquietante“, perché “se è vero che stiamo imparando a convivere con un terrore che si sembra lontano, questa indagine ha avvicinato la percezione di paura e pericolo”.

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