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18 Aprile 2024 06:08
18 Aprile 2024 06:08

Stupri in spiaggia a Rimini, due marocchini minorenni confessano: “Siamo stati noi”

Dopo la diffusione delle immagini da parte delle forze dell' ordine i due fratelli marocchini si sono presentati e consegnati in caserma dove hanno confessato la violenza. Preso anche il terzo del gruppo che sarebbe composto da 4 persone , cioè i due marocchini, un congolese e un nigeriano che sono stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza e riconosciuti dalle vittime

ROMA – Due fratelli marocchini di 15 e 16 anni si sono presentati alla stazione dei Carabinieri di Montecchio, nel Pesarese, per la vicenda del duplice stupro di una settimana fa a Rimini. Hanno detto “Siamo stati noi” confessando di far parte del gruppetto dei quattro che hanno aggredito a Miramare una turista polacca, picchiato l’amico e violentato successivamente una prostituta transessuale peruviana. I due marocchini sono stati immediatamente trasferiti a Rimini per l’interrogatorio in Procura alla presenza del pm che coordina le indagini e di un magistrato del tribunale dei minori di Bologna. E’ stato fermato ed identificato anche il terzo componente, un congolese di 17 anni, che è stato rintracciato nel Pesarese sulla base delle informazioni confessate dai due fratelli marocchini . Continuano le ricerche della quarta persona di nazionalità nigeriana, che è l’unico maggiorenne,  probabilmente in fuga verso la Francia.

Così, almeno, avrebbe confidato agli amici, ma gli investigatori tendono a dare poco credito a questa ipotesi.  La svolta è arrivata grazie alla pressione esercitata in questi giorni dalla Polizia di Rimini dopo la diffusione delle immagini di una telecamera di sorveglianza . Secondo le testimonianze, il gruppo era composto da due ragazzi magrebini, uno congolese e da un altro, di origine forse nigeriana, che sarebbe presumibilmente il capo della banda. Uno dei fotogrammi delle telecamere del 26 agosto  ha “catturato”alle 3.57 di notte tre persone riprese di spalle, due col cappellino con visiera, il terzo coperto dal cappuccio della felpa, mentre camminano sul lungomare.

Una delle vittime del quartetto di stupratori,  la transessuale peruviana, si è detta certa del riconoscimento. Anche il giovane ragazzo della coppia polacca, ha riconosciuto le foto dei quattro autori dello stupro avvenuto vicino al stabilimento “Bagno 130″ ne avrebbe indicato in particolare un paio, seppur con dei distinguo mentre la ragazza, 26 anni, è ancora sotto choc.   Nelle immagini relativamente nitide delle telecamere di sorveglianza,  si vedono i visi un po’ di profilo, e sono relative al percorso fatto a piedi dagli aggressori dalla spiaggia fino alla strada statale, dove è avvenuta la seconda aggressione alla prostituta.

I fratelli marocchini sono stati sentiti per formalizzare il loro primo racconto, e per approfondire tutti i dettagli della storia, ma anche e presumibilmente per ricostruire il ruolo delle persone coinvolte. Dichiarazioni queste che dovranno essere vagliate dagli investigatori: entrambi avrebbero ammesso il loro coinvolgimento nello stupro di gruppo, ma non è ancora stato reso noto se si siano addossati la responsabilità oppure se abbiano cercato di scaricarle soprattutto sui due presunti complici, il nigeriano e il congolese, anche loro residenti a Vallefoglia e notoriamente  gravitanti in zona.

La presenza di due giovani centrafricani accende un nuovo scenario su un’aggressione in spiaggia a Pesaro, avvenuta il giorno dopo quella di Rimini. Anche in quel caso una coppietta si era appartata nella spiaggia del Sacro Cuore, su un lettino, era stata circondata da tre uomini, che i ragazzi hanno descritto essere di colore. Anche una ragazza di origine etiope, che vive in un piccolo comune della provincia di Varese con il compagno e due figli piccoli li aveva riconosciuti. Lo scorso 12 agosto era stata aggredita a Rimini sfuggendo anche per un soffio ad uno stupro. In quella occasione il suo povero compagno era stato malmenato e derubato. La ragazza etiope ha riconosciuto uno dei suoi aggressori fra i sospettati delle violenze di gruppo a danno di una turista polacca e di una trans sudamericana. “I miei aggressori sono africani, forse ventenni, parlano molto bene l’italiano. Mi hanno minacciata di morte: ancora adesso quando esco di casa ho paura“.

Palmiro Ucchielli, sindaco del paese di Valfoglia in provincia di Pesaro dove risiedono i tre ragazzi che avrebbero precedenti per microspaccio e furti parla di “fulmine a ciel sereno” raccontando di una comunità “tranquilla e laboriosa“, con poco più di 15 mila abitanti, ma il 40% non “autoctono”. “Gli stranieri – dice  il sindaco  Ucchielli vengono da tutte le province del mondo e sono circa il 12%-13%, ma non abbiamo mai avuto problemi di integrazione“. Quello su cui riflettere è infatti il dato reso noto dal TG1, e chiederci per quanti immigrati arrestati, quanti italiani impuniti ?

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