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28 Marzo 2024 10:26
28 Marzo 2024 10:26

Stop al credito bancario: ecco i risultati economici del governo Conte….

Nel primo mese del 2019 i prestiti alle famiglie crescono del 2,6%. I tassi di interesse sui mutui per l’acquisto di abitazioni salgono al 2,31%, quelli su nuove erogazioni di credito al consumo all’8,19%

ROMA – Secondo i dati diffusi oggi da Banca d’Italia acquistare con il mutuo una casa è diventato ancora più costoso. I tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese di gennaio 2019 alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,31%, in aumento rispetto al 2,26% di dicembre. Quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo – informa  ancora Bankitalia  – si sono attestati all’8,19%.

I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono risultati pari all’1,47% (come nel mese precedente), quelli sui nuovi prestiti di importo fino a 1 milione di euro sono stati pari al 2,03%, quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,04%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,36%.

Il mese di gennaio 2019 segnala anche una brusca frenata delle erogazioni alle aziende. I prestiti alle imprese non finanziarie si sono ridotti dello 0,7% sui dodici mesi dopo una crescita dell’1,2% a dicembre. Una crescita negativa secondo la statistica della Banca d’Italia non si registrava dal 2017. Stabile, invece, la crescita dei prestiti alle famiglie che si conferma del 2,6% come in dicembre.

Bankitalia rileva anche che le sofferenze bancarie sono diminuite del 32,5% su base annua (-33,2% in dicembre), per effetto di alcune operazioni di cartolarizzazione, e sopratutto per la stretta creditizia attivata dal sistema bancario.

Da ricordare che la produzione industriale è tornata ai livelli del 2014. A novembre 2018  era scesa dell’ 1,6 per cento rispetto ad ottobre e del 2,6 per cento rispetto a novembre 2017. Nessuno si faceva illusioni. “Temevo un dato negativo. Già i dati per alcuni partner europei erano stati anticipati ed era difficile che per l’Italia non vi fosse dato di segno negativo”  aveva commentato il premier Giuseppe Conte. “Tira aria di stagnazione“, secondo Confesercenti. Confcommercio segnala “le preoccupazioni per una sfavorevole chiusura del 2018 con conseguenze negative sull’eredità per il 2019″.

 “Per come la vedo io possiamo riprenderci e ripartire alla grande se colmiamo tutto quel divario che c’è tra noi e gli altri Paesi del nord Europa su intelligenza artificiale, blockchain, nuove tecnologie, investimenti su nuove forme di produzione energetica e soprattutto aiuti alle persone in difficoltà”. aveva detto il vicepremier Luigi Di Maio, rispondendo alle domande dei cronisti sul rischio recessione in Italia, durante il suo tour per la campagna elettorale per le Regionali in Sardegna.  “È chiaro che la nostra economia continuerà a rallentare, perché i nodi stanno arrivando al pettine – aveva aggiunto – l’Italia e gli altri Paesi d’Europa erano convinti, in questi anni, di poter affrontare il nuovo millennio con gli strumenti del vecchio“. Ma qualcuno è capace di spiegare qualcosa sull’economia al Ministro Di Maio ? Il problema è tutto lì….

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