MENU
25 Aprile 2024 05:35
25 Aprile 2024 05:35

Siri e l’altalena giallo-verde

Lega e M5S sono divisi da (quasi) tutto il resto. Insediamento sociale, radicamento territoriale, priorità programmatiche, tradizioni politiche e via elencando. Non c’è nulla che leghi, seguendo un minimo di filo logico

di Marco Follini

Sia detto con tutto il dovuto riguardo. Il sottosegretario Siri non è l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este. Dunque, se alla fine un taglio netto dovesse porre termine alla sua avventura governativa, come pare, la cosa non sarebbe paragonabile allo sparo di Sarajevo che nel 1914, uccidendo l’arciduca d’Austria, dette inizio alla prima guerra mondiale.

Ora, nessuno intende sottovalutare la partita politica simbolica che si sta giocando in queste ore. Conte vuole dimostrare che esiste. Di Maio vuole dimostrare che ha una morale. E Salvini vuole dimostrare che difende i suoi. Imprese non semplicissime, almeno le prime due. Che spiegano per l’appunto la crudezza dello scontro in atto.

Ma la vera questione va molto oltre. E riguarda l’affinità e la compatibilità tra i due pilastri della maggioranza giallo-verde. Che ogni giorno litigano selvaggiamente su tutto, e ogni altro giorno si ritrovano invece ad andare avanti così come sono, immortalati da quel “contratto” che segna, insieme, la differenza che li divide e il vincolo che li unisce.

Ora, io non credo che questa altalena sia solo una (reciproca) furbizia dei due dioscuri di governo. Semmai, essa nasconde un dilemma più profondo. E quel dilemma, io credo, riguarda le forze di opposizione non meno che quelle di maggioranza.

Lega e M5S sono cementati dal racconto populista. Una volte deciso di proporsi come forze antisistema, la loro alleanza ne discende con una sorta di inesorabilità. Se il tema è il popolo (tutto insieme, indistinto) contro le elites, la gente contro l’establishment, la “novità” contro quelli di prima, è inevitabile che Salvini e Di Maio continuino a governare assieme. Per quanta insofferenza ci sia tra di loro, il mastice di una narrazione così largamente comune, li tiene assieme e promette/minaccia di durare ancora un bel po’, a dispetto di tutto e di tutti.

Ma di contro, Lega e M5S sono divisi da (quasi) tutto il resto. Insediamento sociale, radicamento territoriale, priorità programmatiche, tradizioni politiche e via elencando. Non c’è nulla che leghi, seguendo un minimo di filo logico, la flat tax proposta dagli uni e il reddito di cittadinanza proposto dagli altri. e non a caso, lo snocciolarsi dei problemi concreti suscita sempre, immancabilmente, un moto di contrasto tra di loro.

Dunque si incrociano due partite. Una oppone la piazza al palazzo, in blocco, secondo una rappresentazione un po’ mitologica del paese e della politica. L’altra oppone Lenin a Rousseau (copyright Lucio Caracciolo). La prima dà un senso, per così dire, a questa maggioranza. La seconda gliene priva. La prima autorizza a credere che il governo possa durare. La seconda esprime il diffuso vaticinio che stia lì lì per cadere.

E’ ovvio che questo stesso dilemma si ripropone, tale o quale o quasi, sul versante delle opposizioni. Perché è chiaro che se la sfida è populisti contro il resto del mondo, il resto del mondo dovrebbe giocare a ranghi compatti, per quanto gli è possibile. Ma se invece la sfida oppone progetti e partiti, ognuno con i propri caratteri specifici, neppure l’opposizione può pensare di essere una sorta di falange macedone, compatta e indifferenziata. Anzi, all’opposto, deve riscoprire tutte le più diverse identità che la attraversano.

Forse dobbiamo capire meglio i nostri avversari per capire meglio noi stessi. E magari, prima o poi, venirne a capo.

TAGS

Sostieni ilcorrieredelgiorno.it: il tuo contributo è fondamentale

Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra informazione libera ed indipendente e ci consente di continuare a fornire un giornalismo online al servizio dei lettori, senza padroni e padrini. Il tuo contributo è fondamentale per la nostra libertà.

Grazie, Antonello de Gennaro

Articoli Correlati

Mozione di sfiducia alla Regione nei confronti di Emiliano dal centrodestra pugliese
Puglia, il rimpasto "minimal" di Emiliano . Solo quattro nuovi assessori in giunta ?
Conte il "furbetto": finge di uscire per rientrare ottenendo più poltrone per il M5s in Puglia
Il "campo largo" di Laforgia dimentica qualche conflitto d'interesse. E non solo...
Sondaggio Euromedia elezioni Europee: con Meloni Fdi al 27,1% , con Schlein capolista Pd al 19,8%
La Camera dei Deputati respinge la mozione di sfiducia al ministro Daniela Santanchè
Cerca
Archivi
Definitiva la condanna dalla Cassazione a 23 anni all’anarchico Cospito per il suo attentato alla ex caserma dei Carabinieri
Per il ponte del 25 aprile ancora piogge e temporali sparsi
"Un evento ogni 6 ore nel 2023". Aumentano le minacce cyber in Italia
Pietro Labriola confermato ad di TIM. Alberta Figari è la nuova presidente al posto di Salvatore Rossi
Roberto Napoletano nuovo direttore de “Il Mattino”

Cerca nel sito