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29 Marzo 2024 16:58
29 Marzo 2024 16:58

Sequestrato dalla Guardia di Finanza a Taranto yacht della famiglia Basile, imprenditori nel settore carburanti

Dichiarazione fraudolenta e fatture per operazioni inesistenti: sequestrato yacht "Delphinus" a fittizia società di locazione della famiglia Basile ormeggiato a Molo S. Eligio a Taranto vecchia. Il comunicato stampa dei Basile e le nostre domande "pubbliche". Risponderanno ? Ne dubitiamo
nella foto il Cap. Vincenzo Casaregola
nella foto il Cap. Vincenzo Casaregola

E’ bastato l’arrivo a Taranto del nuovo Procuratore capo dr. Capristo per far uscire da qualche cassetto della procura un fascicolo “dormiente” relativo un’indagine svolta dalla Sezione navale di Taranto del Roan della Guardia di Finanza di Bari, comandata dal Cap. Vincenzo Casaregola,  nei confronti della nota famiglia Basile, la cui società Basile Petroli spa è la prima azienda a Taranto per fatturato (oltre 200 milioni) ma non per utili, società concessionaria a Taranto  del Gruppo Eni per la vendita e distribuzione di carburanti e lubrificanti

Questa mattina è stato sequestrato su disposizione della Procura di Taranto, convalidato dal Gip dr.ssa Vilma Gilli del Tribunale di Taranto  lo yacht ormeggiato al Molo S. Eligio che era piantonato sin dalle prime ore dell’ alba dai finanzieri. Già in passato le Fiamme Gialle avevano tenuto sotto controllo lo yacht “Delphinus” dei Basile riscontrando la frequente presenza a bordo di un magistrato della Procura  e di un alto ufficiale dell’ Arma dei Carabinieri di Taranto. I finanzieri hanno accertato che la famiglia Basile aveva intestato la barca ad una propria società di noleggio, ma in realtà la utilizzava per esclusivo uso personale, scaricando sui conti della società l’utilizzo vacanziero, abbattendo la propria tassazione e quindi navigando a costo del contribuente.


Schermata 2016-08-12 alle 18.06.03Lo yacht Delphinus,
 di proprietà di fatto della famiglia Basile, attraverso una società fittizia, è una delle più grosse imbarcazioni da diporto presenti nel porto di Taranto, era stata anche fermata sanzionata dai finanzieri in occasione della processione a mare per i festeggiamenti a mare di San Cataldo il patrono della città dei due mari.

Alle 16:26 di oggi la Guardia di Finanza ha reso noto i dettagli dell’operazione, da noi pubblicata con ben tre ore di anticipo su tutti gli organi d’informazione pugliese,  con un comunicato stampa  che riproduciamo testualmente:

” Nella mattinata di oggi, 12 agosto 2016, le Fiamme Gialle della Sezione Operativa Navale di Taranto, su delega della locale Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di uno yacht di lusso, di circa 17 metri, del valore di 150.000 Euro, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari all’esito di specifiche indagini scaturite da un controllo fiscale eseguito proprio dalle stesse Fiamme Gialle nei confronti di un’azienda tarantina operante nel settore della locazione di unità da diporto.

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In particolare, nel corso delle citate attività ispettive, avviate a seguito di numerosi controlli in mare, i Finanzieri del Reparto Navale Jonico, scoprirono un articolato sistema di frode, finalizzato all’evasione fiscale, con il quale una famiglia tarantina (Basile – Basile Petroli n.d.r. CdG) utilizzava per scopi esclusivamente privati un’imbarcazione di lusso che, invece, avrebbe dovuto essere impiegata per fini commerciali.

In buona sostanza, si mascherava l’utilizzo personale stipulando finti contratti di locazione (per altro a prezzi inferiori a quelli di mercato) con un’altra società, appartenente al medesimo gruppo aziendale. In tal modo, con la deduzione dei costi di gestione dello yacht dal reddito di impresa e la detrazione della corrispondente IVA, le società, nel complesso, ottenevano, per gli anni dal 2009 al 2013, un illecito risparmio di imposta superiore ai 500.000 euro.

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Per cinque soggetti della famiglia (Basile n.d.r. CdG) , a vario titolo legati alle società coinvolte nella frode fiscale, si ha l’imputazione di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifizi e mediante uso di fatture e altri documenti per operazioni inesistenti, nonché di emissione di fatture e altri documenti per fatture inesistenti, reati previsti dal D. Lgs. n. 74/2000Quanto constatato dai militari, inoltre, è stato totalmente recepito dall’Agenzia delle Entrate di Taranto, per cui ai soggetti coinvolti non è rimasto che aderire ai verbali di accertamento emessi per le cinque annualità e rendere all’Erario il dovuto”

CdG basile petroliAngelo (meglio noto come Lillo) Basile, sotto nella foto, è vice presidente di Confcommercio Taranto, e membro del consiglio della Camera di Commercio di Taranto,  lo scorso aprile  nonostante  il procuratore generale della corte d’appello avesse chiesto la conferma della condanna a otto mesi di reclusione, è stato assolto dall’accusa di “abuso di ufficio” dalla Corte di Appello di Taranto che ha accolto le richieste dei difensori di Basile, gli avvocati Salvatore Maggio e Pietro Relleva, insieme all’ ex sindaco di Roccaforzata, Vincenzo Pastore assistito dall’avvocato Michele Rossetti.

nella foto Angelo (Lillo) Basile

In primo grado erano stati condannati a otto mesi. I fatti risalgono al 2008 e Basile e Pastore erano finiti sotto processo dopo una denuncia presentata da una compagnia petrolifera. Il procuratore generale della corte d’appello aveva chiesto la conferma della condanna a otto mesi di reclusione ma i giudici hanno assolto Vincenzo Pastore ed Angelo Basile perché “il fatto non sussiste“.

AGGIORNAMENTO : Il comunicato stampa della famiglia Basile

La famiglia Basile –  scrive l’avvocato Massimo Saracino, difensore della Basile Petroli ha piena fiducia nell’operato delle istituzioni, con cui storicamente intrattiene rapporti incondizionati e di assoluto rispetto. L’azienda è periodicamente sottoposta a verifiche fiscali, legalmente previste per le aziende appartenenti nello specifico settore merceologico, nell’ambito delle quali ha sempre offerto ampia e leale collaborazione”, “Premesso che sono state da tempo versate all’Agenzia delle entrate tutte le imposte dovute, si è certi che la vicenda sarà chiarita e risolta a breve. Pertanto presenteremo istanza di dissequestro supportata da ampia documentazione per dissolvere ogni ulteriore dubbio“.

E’ singolare leggere questo comunicato stampa. A sentire i Basile, che si vantano di intrattenere “rapporti incondizionati” e di “avere fiducia nell’operato delle istituzioni”, viene naturale fare delle domande a cui siamo sicuri non risponderanno mai. Queste:

    1. non è istituzione la Guardia di Finanza che ha svolto le indagini ed ha accertato l’evasione fiscale ?
    2. non è istituzione il Pubblico Ministero che ha richiesto il sequestro ?
    3. non è istituzione il Giudice per le Indagini Preliminari che ha convalidato il sequestro ai sensi del D. Leg.vo n. 74/2000 ?
    4. se come dicono i Basile che è tutto in regola, come mai la Guardia di Finanza nel suo comunicato stampa dichiara  che “Quanto constatato dai militari, inoltre, è stato totalmente recepito dall’Agenzia delle Entrate di Taranto, per cui ai soggetti coinvolti non è rimasto che aderire ai verbali di accertamento emessi per le cinque annualità e rendere all’Erario il dovuto  ?

 

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nella foto lo yacht dei Basile posta sotto sequestro

In realtà se fosse stato tutto chiarito come sostengono i Basile, tutto ciò non sarebbe mai accaduto o tantomeno dovuto accadere. A questo punto alla famiglia Basile la barca a noleggio per il futuro conviene prenderla a noleggio da società che fanno realmente questo lavoro, o comprarsela se le loro dichiarazioni dei redditi glielo permettono. Avere rapporti incondizionati è la prassi, la normalità, quindi non un titolo di merito.

Qualcuno un giorno dovrà spiegare come mai delle attività di accertamento ed indagine giudiziaria della Guardia di Finanza conclusesi nel 2013 e trasmesse alla Procura di Taranto sono venute fuori soltanto nel 2016…

 

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