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29 Marzo 2024 09:02
29 Marzo 2024 09:02

Risse verbali, politiche e legali al Comune di Taranto. La malavita ringrazia…

Questa mattina, in Consiglio Comunale di Taranto rinviati i lavori all'ordine del giorno per una discussione sulla legalità a dir poco turbolenta ma giusta

Ventinove consiglieri comunali presenti, e quattro assenti. Ma nulla di fatto i lavori previsti all’ordine del giorno della seduta del consiglio comunale odierno, che è di fatto saltata a causa della richiesta rivolta al sindaco di Taranto Ippazio Stefano dei consiglieri dell’opposizione Angelo Bonelli, Francesco Venere, Dante Capriulo e Gianni Liviano (tutti però originariamente provenienti da liste, movimenti e partiti del centrosinistra) di far chiarezza sulle pesanti ma documentate affermazioni del Procuratore distrettuale antimafia di Lecce Cataldo Motta sulle connivenze e contestati  condizionamenti che il “clan” mafioso D’ Oronzo-De Vitis esercitava sull’amministrazione comunale. Più che una discussione consiliare si è assistito ad una vergognosa rissa verbale, al termine della quale, i tre consiglieri indipendenti hanno deciso di lasciare l’aula e recarsi dal prefetto di Taranto dr. Guidato per invitarlo a voler disporre approfondite indagini sui fenomeni di infiltrazione e connivenza mafiosa presenti all’interno dell’amministrazione comunale, e di accertare e verificare se ricorrano le condizioni previste dalle Leggi, di attivare le procedure di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa.

Giuseppina Castellaneta
Giuseppina Castellaneta

La consigliera comunale Giuseppina Castellaneta eletta in Comune nelle liste elettorali  di At6-Cito, ed ora passata nelle file del NCD-Nuovo Centro Destra (il partito guidato dal Ministro dell’ Interno Angelino Alfano !!!)   è la moglie di Michele De Vitis, uno degli arrestati nei giorni scorsi per “associazione a delinquere di stampo mafioso“, nonchè fratello del “boss” Nicola De Vitis, ha rigettato le accuse di Angelo Bonelli,  ed ha letto pubblicamente una lettera con cui si ringraziava per le manifestazioni di affetto e solidarietà ricevute a seguito del maxi blitz contro la criminalità locale, cui appunto è stato arrestato il marito ed il cognato della Castellaneta , e grazie al quale sono venute alla luce le connivenze importanti della malavita che si era inserita anche nei cosiddetti “salotti buoni” ‘ del capoluogo jonico.

Sono rimasta colpita – ha letto e  detto la  Castellanetadalle manifestazioni di vicinanza e affetto di molti colleghi consiglieri, che pubblicamente ringrazio per la loro sensibilità. Non voglio dare lezioni di stile a Bonelli – ha proseguito – ma allo stesso e a chiunque, voglio dire che non si possono sfruttare eventi così tragici per le famiglie coinvolte, per mera speculazione politica” ed aggiunto “sono in grado di sfidare chiunque, Bonelli compreso, a riferire le mie azioni o comportamenti che non siano stati, in questo consiglio comunale, esemplari di linearità e correttezza. Sono pronta a difendere me stessa e il mio onore in qualunque sede e di fronte a chiunque. Mi sia infine consentito di dire che difenderò con tutta la mia forza di madre e moglie, la mia famiglia e mio marito. Sono sicura che la Magistratura ci renderà giustizia”.

Angelo_Bonelli
Angelo Bonelli

Angelo Bonelli consigliere d’opposizione ha quindi preso la parola in consiglio dopo l’ intervento della  Castellaneta, dicendo “Quanto ha dichiarato il procuratore antimafia di Lecce Cataldo Motta è a dir poco inquietante. Il sindaco Ippazio Stefàno deve dare una risposta alla città su un’accusa che è stata rivolta in pubblico circa le ipotesi di condizionamento mafioso sull’amministrazione comunale“. Il riferimento è alla censura del procuratore circa un particolare dell’inchiesta che ha portato al blitz con 52 arresti. Criticando in particolare la gestione del centro sportivo comunale Magna Grecia. Secondo l’accusa della Direzione distrettuale antimafia, nella cooperativa che gestiva gli impianti. Era presieduta dall’imprenditore Fabrizio Pomes, ex consigliere comunale ed ex-segretario provinciale del Nuovo Psi, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni, c’erano uomini del “clan” D’Oronzo-De Vitis .

Il procuratore Motta aveva infatti censurato pubblicamente gli amministratori locali del Comune di Taranto, perché nonostante il canone di gestione mai pagato ed a fronte di un’esposizione debitoria  di quasi un milione di euro nei confronti delle casse comunali ,  la gara d’appalto fper la gestione della struttura sportiva comunale u bloccata immotivamente e e trasformata in proroga dell’affidamento. A subentrare infatti, tramite un contratto d’affidamento temporaneo, fù l’ Associazione Centro Sportivo Magna Grecia, riconducibile – sempre secondo l’Antimafia – ad Orlando D’Oronzo, il quale “già dal dicembre 2011” era in stretto contatto con Fabrizio Pomes, rappresentante dell’ Ati Corda Frates Soc. Coop Sociale, che s’era pure aggiudicata a Manduria  il bando per Bollenti Spiriti,  ( che ora è stato sospeso proprio a casua degli ultimi sviluppi giudiziari). Per i giudici queste non sono supposizioni, ma prove.

Ma in realtà non è stato soltanto il Procuratore Motta ad accendere le luci sul malaffare che girava intorno ad alcuni appalti e bandi del Comune di Taranto. Infatti, anche il , nell’ordinanza scrive qualcosa di imbarazzante:  “all’interno della struttura vengono sovente organizzati anche eventi di natura politica”, conferenze, cocktail importanti, appuntamenti con la  Taranto “bene”, che, pur frequentando i palazzi e salotti del potere sembra ignorarne la situazione. Sembra incredibile crederlo, ma parlarne in giro, nessuno sapeva, nessuno conosceva, nessuno s’interessava, di quello che invece per la Polizia di Stato e la Magistrati era più che palese e chiaro.

circolo magna grecia
circolo magna grecia

Il circolo sportivo “Magna Grecia”  che venne fondato realizzato oltre 30 anni del presidente del Partito Liberale Italiano, Valentino Stola , e dal Sen. Ninì del Prete ( MSI-DN, poi AN) e successivamente diventato di proprietà comunale e quindi  dei tarantini, per Pomes ed i suoi “cooperanti-complici di merenda” era diventata  una vera e proprio “miniera”, grazie agli incassi ma sopratutto senza pagare quanto doveva al Comune di Taranto.  E qui ricadono le colpe (e connivenze) dell’ Amministrazione Comunale di Taranto, la quale non ha fatto ciò che era necessario per pretendere ed incassare quanto di proprio diritto, e cioè centinaia e centinaia di migliaia di euro, come scrive il gip Maritati :

Come precisato nella delibera di giunta comunale numero 143 del 4/8/2011, l’ Ati (in cui era inserita la Corda Frates, amministratore unico Fabrizio Pomes) proseguiva a detenere senza alcun titolo legittimante il centro sportivo Magna Grecia, portando avanti di fatto ed a fini di lucro la gestione della struttura comunale (…) veniva stabilito di avviare il procedimento per il rilascio e restituzione all’ente proprietario del centro, con contestuale indicazione di procedere ai necessari adempimenti per l’indizione della gara per l’affidamento in gestione del centro”.

Schermata 2014-10-09 alle 20.18.34Duro il commento del  consigliere Dante Capriulo Ritengo molto grave  che non si apra una discussione su questa vicenda che riguarda la gestione dei beni pubblici. Effettivamente presenta anomalie il fatto che alcuni appalti non vengano portati al termine. Vogliamo capire quali correttivi applicare per far rispettare i principi di legalità, trasparenza e corretta amministrazione“. 

I consiglieri hanno annunciato che depositeranno le proprie firme presso i garanti per richiedere lo scioglimento del consiglio comunale.  “Vogliamo dare un segnale forte – ha aggiunto il consigliere Gianni Liviano –  perché oltre all’incapacità politica, ai trasversalismi e all’assoluta irresponsabilità dell’amministrazione, adesso c’è un evidente problema etico. Non è un problema da poco e certamente non si può rimanere silenti e fermi”.

Gianni Liviano

Rispetto alle affermazioni del Procuratore Motta, sarebbe stato doveroso –  ha detto il consigliere Bonelli fuori dall’aula- da parte del sindaco di Taranto Stefàno prendere la parola e dare dei chiarimenti ai cittadini.  Chiedo al primo cittadino di applicare il principio di precauzione e di far sostituire dalla presidenza della commissione urbanistica il consigliere Guttagliere il quale viene definito nelle intercettazioni “uomo nostro ” dal sodalizio criminale D’Oronzo- De Vitis. Il sindaco avrebbe dovuto avere il dovere istituzionale di chiedere immediatamente la rimozione dalla carica di presidente del suddetto consigliere. Quello che è accaduto è di una gravità inaudita ed è dunque evidente che non ci siano le condizioni di rimanere in questo consiglio comunale. Valuteremo la proposta di dimissioni in massa dei consiglieri per salvaguardare l’onorabilità di quest’istituzione».

Ma per il Sindaco di Taranto Ippazio Stefàno, ipotizzare che all’interno della giunta comunale siano presenti dei condizionamenti mafiosi , altro non è che una “una volgarità e cattiveria che offende l’ente. Chi insinua questo dimostra di non volere bene alla città . Non spetta a loro esprimere un giudizio. Lasciamo alle autorità preposte fare una diagnosi del problema”.

Nel frattempo la città di Taranto sprofonda fra fallimenti, disoccupati, suicidi, infiltrazioni mafiose. Che tristezza…

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