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29 Marzo 2024 08:54
29 Marzo 2024 08:54

Operazione “Fiumicello” dei Carabinieri. 16 arresti per traffico e spaccio di droga

Nell’ordinanza il G.I.P. ha evidenziato che la cessione degli stupefacenti, risultati di diverso tipo (hashish, marijuana, cocaina ed eroina), come accertato dagli inquirenti, anche in occasione di numerosi “riscontri” consistenti in frequenti sequestri anche a carico di consumatori, è avvenuta anche a minorenni.

carabinieri-cinofiliAlle prime ore di questa mattina , i Carabinieri della Compagnia di Castellaneta (Ta) a seguito di un’indagine condotta dalla Stazione di Marina di Ginosa (Ta), venendo coadiuvati nella fase esecutiva dai militari del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto e delle Compagnie Carabinieri di Taranto, Manduria, Massafra e Martina Franca, avvalendosi del supporto di un elicottero del 6° Elinucleo Carabinieri di Bari Palese e di unità cinofile antidroga ed antiesplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno, hanno dato esecuzione, in provincia di Taranto (comuni di Laterza e Ginosa e frazione di Ginosa Marina), nonché ad Altamura (Ba) e San Pietro Vernotico (Br), a 17 provvedimenti cautelari (10 in carcere e 7 agli arresti domiciliari) emessi dal GIP del Tribunale di Taranto, dr. Pompeo Carriere, su richiesta della Procura della Repubblica di Taranto nei confronti di soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, a carico di alcuni con l’aggravante del concorso di tre o più persone nel reato e della cessione a minorenni. I soggetti operavano in tre distinti settori come “gruppi” con centri operativi rispettivamente a Laterza, Ginosa ed a Ginosa Marina, località balneare di Ginosa, nonché a Castellaneta.

L’indagine è stata avviata nel secondo trimestre del 2014, allorquando i Carabinieri di Marina di Ginosa arrestavano in flagranza un ragazzo del posto sorpreso a cedere una piccola quantità di hashish. All’interno dell’abitazione dell’arrestato, i militari rinvenivano e sequestravano 25 dosi della predetta sostanza e vari strumenti usati per il confezionamento. I Carabinieri decisero di approfondire la situazione e d’intesa con la Procura avviarono una sorveglianza continua attraverso intercettazioni ambientali e quindi telefoniche, allargandole a persone a lui vicine, che consentirono di risalire progressivamente ai soggetti ed ai tre “gruppi” sgominati nell’odierna operazione, tutti giovani con un’età media di 23 anni.

nella foto Nicola Carenza
nella foto Nicola Carenza

A Laterza è risultato operante ungruppo composto da un 26enne del luogo, pluripregiudicato con precedenti anche per stupefacenti, che  al momento è attivamente ricercato, nonché dal 23enne Nicola Carenza  di Laterza, pregiudicato, disoccupato, , colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere, sovraordinati e collaborati da quattro concittadini: il 23enne Giuseppe Cirielli, anch’egli pregiudicato e disoccupato, destinatario di ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari; il 20enne disoccupato Alessio Acito, colpito da ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari; il 21enne pregiudicato e disoccupato Roberto De Biasi sottoposto ad ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari ed il 26enne Giovanni Sorino, disoccupato , anch’egli sottoposto ad ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.

nella foto Davide Giannini
nella foto Davide Giannini

Nel corso delle indagini, è emerso che il “gruppo di Laterza”, oltre ad operare nel proprio territorio, riforniva di stupefacenti anche la vicina Ginosa. In particolare, per l’abitato di Ginosa, si è scoperto un gruppo autonomo, il gruppo di Ginosa”, appunto, dedito allo spaccio di droghe “leggere”, nell’ambito del quale una posizione di rilievo viene attribuita a Davide Giannini, 22enne ginosino, disoccupato e pregiudicato. Del gruppo ginosino fanno parte anche Rosario Madio, 20enne ginosino disoccupato, Michele Daffredo, pregiudicato 24enne, apprendista del luogo,il 22enne Pierluigi Donno, bracciante agricolo. Non accusato di concorso con gli altri del gruppo ginosino, Rosario Luisi, 23enne ginosino, disoccupato, pregiudicato, colpito da ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.

nella foto Giuseppe Renna
nella foto Giuseppe Renna

Un terzo sodalizio è quello del “gruppo di Marina di Ginosa il cui personaggio maggiormente rappresentativo è Giuseppe Renna, pluripregiudicato, disoccupato, residente a Marina di Ginosa, 38enne, che dapprima si riforniva dal “gruppo di Laterza” e poi si è rivolto a Nicola Schiavarelli, un 51enne diAltamura (BA) , disoccupato, pluripregiudicato attinto da ordinanza di custodia cautelare in carcere, che lo riforniva di cocaina, che a sua volta il Renna riceveva da suoi collaboratori fra cui il ragazzo arrestato in flagranza il 13 maggio 2014, soggetto a carico del quale partivano le attività che hanno condotto all’indagine.

Fra i collaboratori del Renna, un pregiudicato 26enne, disoccupato, Mirko Susca , residente a Ginosa, anch’egli tratto in arresto nell’odierna operazione. Arrestato anche Valerio Catapano, 24enne ginosino, apprendista pregiudicato, accusato di spaccio di cocaina, hashish e marijuana. Fra i “ragazzi” su Ginosa del Renna  anche l’odierno arrestato Giuseppe Palmisano, 32enne di Marina di Ginosa, celibe, disoccupato. Operativo a Marina di Ginosa nello spaccio di cocaina e hashish in concorso con RennaSusca e Palmisano, anche Giovanni De Luca  un 25enne di Marina di Ginosa, disoccupato, attinto da ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.

Nell’indagine è dunque apparsa più organizzata la posizione degli spacciatori di Laterza i quali oltre a gestire, con l’ausilio di una fitta rete di collaboratori, una fiorente attività di spaccio nel comune di Laterza, approvvigionandosi da Taranto Vecchia o da Matera da soggetti non identificati, riuscivano ad imporsi quale punto preferenziale per l’approvvigionamento anche del vicino paese di Ginosa.

Le indagini, che non si sono limitate all’ascolto dei telefoni intercettati, sono state complesse e meticolose come dimostrano i riscontri acquisiti dai militari che, per lunghi periodi, hanno pedinato gli indagati nei luoghi da loro frequentati (bar, circoli, scuole e discoteche) ricostruendone i movimenti, risalendo alle zone di spaccio ed individuando tre canali di rifornimento dello stupefacente da far giungere a Laterza, ovvero uno da Taranto vecchia da cui si riforniva il gruppo ginosino, uno da Altamura da cui si riforniva il gruppo di Marina di Ginosa e l’altro da Matera da cui si riforniva il gruppo di Laterza. I Carabinieri, nel corso delle indagini, protrattesi fino ad ottobre 2014, hanno effettuato numerosissimi riscontri, arrestando 7 persone in flagranza, individuando una cinquantina di assuntori, alcuni dei quali hanno collaborato, accusando i pusher. Nell’ambito del procedimento, oltre ai 17 destinatari di misure cautelari, risultano altre 28 persone indagate.

Nell’ordinanza il G.I.P. ha evidenziato che la cessione degli stupefacenti, risultati di diverso tipo (hashish, marijuana, cocaina ed eroina), come accertato dagli inquirenti, anche in occasione di numerosi “riscontri” consistenti in frequenti sequestri anche a carico di consumatori, è avvenuta anche a minorenni.

Nel corso delle attività investigative, è emersa l’attitudine di alcuni appartenenti ai gruppi di farsi supportare da amici e parenti per eludere i controlli dei Carabinieri, la cui presenza ed operatività sul territorio veniva evidenziata da telefonate ed sms anche in linguaggio convenzionale, come “sta piovendo”, per significare che non conviene uscire con lo stupefacente addosso perché sono in atto controlli per strada; analogamente veniva acclarata la disponibilità incondizionata dei pusher, in grado di soddisfare le esigenze dei clienti anche in piena notte, allorquando venivano chiamati o contattati via sms. Il che non esclude energiche minacce a carico di quei clienti che, riforniti a credito, si attardavano a pagare, con espressioni eloquenti e propositi bellicosi come quando si ipotizzava di sottrarre l’autovettura ad un cliente ritardatario. Così come per sms o messaggi in whatsapp molto succinti si convocavano fra loro gli appartenenti al gruppo: “giù alla cantina” è un’espressione con cui si esprimevano per vedersi in una cantina utilizzata come luogo di custodia, confezionamento e spaccio.

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