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19 Aprile 2024 03:03
19 Aprile 2024 03:03

Micelli, la regola del “truffatore”: negare ed accusare gli altri

Salvatore Micelli ha verbalizzato una versione dei fatti poco credibile ed a dir poco imbarazzante, dichiarandosi estraneo a tutte le accuse documentate che gli sono state contestate. Una linea difensiva quella del trentacinquenne brindisino in linea con la descrizione dagli inquirenti che lo definiscono come un "faccendiere" senza alcuno scrupolo

TARANTO – Nell’interrogatorio davanti ai magistrati tenutosi ieri  i due arrestati nell’inchiesta sulla presunta truffa alle erogazioni pubbliche dei fondi destinati all’incentivazione dell’occupazione femminile, Salvatore Micelli e Loredana Ladiana, entrambi hanno preferito difendersi e rispondere alle domande del magistrato . A “cantare” di più per circa due ore è stato il  Micelli attualmente ristretto in carcere, assistito dai legali, tale  Marcello Ferramosca che lo assiste anche nei processi in cui dovrà rispondere di stalking e diffamazione nei confronti del nostro direttore Antonello de Gennaro, e  l’ avvocato Serena Micoli una sua ex-fidanzata che era candidata nella lista civica del Micelli alle ultime elezioni comunali ,  nel prevedibile tentativo di aggirare il forte impianto accusatorio degli inquirenti nei suoi confronti.

Salvatore Micelli ha verbalizzato una versione dei fatti poco credibile ed a dir poco imbarazzante, dichiarandosi estraneo a tutte le accuse documentate che gli sono state contestate. Una linea difensiva quella del trentacinquenne brindisino in linea con la descrizione dagli inquirenti che lo definiscono come un “faccendiere” senza alcuno scrupolo.

Con una faccia di bronzo il Micelli, si è dimenticato di tutte le truffe che ha effettuato (infatti questa non è la prima n.d.r.)  scoperte dalla Guardia di Finanza, a partire dai documenti falsi trovati nel suo ufficio, compresa persino una carta d’identità falsificata, sostenendo di aver sempre rispettato le regole e che le uniche pratiche di cui si era occupato per l’ottenimento dei benefici previsti dalla normativa, sono state tutte regolari disconoscendo tutte quelle illecite e truffaldine che gli hanno contestato gli inquirenti. Salvatore Micelli  come nel suo stile ben noto agli investigatori, ma anche a tutta la città che lo conosce, cioè quello di scaricare sugli altri ogni colpa e responsabilità, ha accusato Loredana Ladiana di essere a responsabile di tutto  il lavoro sporco , aggiungendo “Quando ha capito come si potevano perfezionare le pratiche ha detto evidentemente avrà pensato di potersele fare per conto suo ma a mia insaputa anche perché molte persone indagate non le ho mai conosciute e non so chi siano“.

Loredana Ladiana la 52enne moglie di di Roberto Ruggieri noto esponente della criminalità organizzata tarantina, secondo l’impianto accusatorio degli inquirenti, era di fatto il “braccio destro” operativo di Micelli.   Difesa dagli avvocati Gaetano Vitale e Loredana Sallusti, la Ladiana  ha  assunto una posizione molto chiara. La donna destinataria di una misura cautelare di arresto ai domiciliari, ha dichiarato che nell’organizzazione faceva “la parte che le toccava” e di non aver preso tutti quei soldi . I due “protagonisti” delle varie truffe in questione,  secondo gli inquirenti sarebbero al vertice di un sistema delinquenziale ed associativo che mediante la falsificazione di documenti ed utilizzando prestanome e la complicità di imprenditori compiacenti aveva permesso di ottenere erogazioni per circa un milione e trecentomila euro di fondi pubblici europei assegnati  dalla Regione Puglia

Sempre secondo i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria  del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Taranto, guidato dal T.Col. Antonio Marco Antonucci, che hanno condotto le indagini coordinate dalla pm dr.ssa Daniela Putignano , l’associazione per delinquere creata dai due detenuti insieme ad altre venti persone indagate a piede libero (tra i quali due funzionari della Regione Puglia), avrebbe percepito illecitamente un milione 271 mila euro di benefici.

Il giudice  per le indagini preliminari dr. Giuseppe Tommasino al termine degli interrogatori si è riservata per entrambi la decisione, ma sarà molto difficile che possa smentire le dure considerazioni contenute nell’ordinanza cautelare, e che quindi possa revocare le misure disposte. E per Micelli si profilano delle feste natalizie dietro le sbarre, in attesa di un trasferimento ad altro carcere. Nella casa circondariale di Taranto potrebbe ricevere qualche spiacevole sorpresa…

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