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19 Aprile 2024 22:25
19 Aprile 2024 22:25

L’atto d’accusa del Tribunale dei Ministri : “Il ministro Salvini ha agito fuori dalla legge” nel caso Diciotti,

"L’obbligo di salvare la vita in mare costituisce un preciso dovere degli Stati e prevale su tutte le norme finalizzate al contrasto dell’immigrazione irregolare". Secondo i giudici sono state violate dal ministro Salvini norme internazionali e nazionali. IL DOCUMENTO INTEGRALE DEL TRIBUNALE DEI MINISTRI DI CATANIA

ROMA – I giudici del Tribunale dei Ministri  catanese sono stati molto chiari  sul caso Diciotti: “E’ convincimento di questo tribunale che la condotta in esame abbia determinato plurime violazioni di norme internazionali e nazionali, connotandosi per ciò solo di quella indubbia illegittimità integrante il reato ipotizzato”. Contestato il sequestro di persona aggravato, previsto dall’articolo 605 del codice penale (“commi I, II n.2 e III”) in quanto “l’obbligo di salvare la vita in mare costituisce un preciso dovere degli Stati e prevale su tutte le norme finalizzate al contrasto dell’immigrazione irregolare“.

Il collegio del tribunale dei ministri presieduto da Nicola La Mantia, giudici a latere Sandra Levanti e Paolo Corda non usa mezzi termini: “Va sgomberato il campo da un possibile equivoco , va ribadito come questo tribunale intenda censurare non già un ‘atto politico’ dell’Esecutivo, bensì lo strumentale ed illegittimo utilizzo di una potestà amministrativa”.  La procura di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere contro il senatore Matteo Salvini alla giunta del Senato, che adesso dovrà decidere. Ecco l’atto d’accusa (pubblicato integralmente dal nostro giornale) in cinquanta pagine nei confronti del titolare del Viminale.

CdG Salvini_Tribunale Catania SALVINI

Il Tribunale di Catania sostiene che  “Il ministro ha agito al di fuori delle finalità proprie dell’esercizio del potere conferitogli dalle legge  in quanto le scelte politiche o i mutevoli indirizzi impartiti a livello ministeriale non possono ridurre la portata degli obblighi degli Stati di garantire nel modo più sollecito il soccorso e lo sbarco dei migranti in un luogo sicuro (Safe of safety) obblighi derivanti da Convenzioni internazionali che costituiscono una precisa limitazione alla potestà legislativa dello Stato in base agli articoli 10, 11  e 117 della Costituzione”.

Il Tribunale di Catania aveva deliberato sin dallo scorso 7 dicembre e depositato il provvedimento il 22 gennaio. Successivamente, il fascicolo (numero 12551/18) è arrivato alla procura della repubblica catanese, guidata dal procuratore capo Carmelo Zuccaro, che applicando le procedura prevista dalla legge, lo ha trasmesso a Roma, per la richiesta di autorizzazione a procedere, pervenuta questa mattina alla Giunta per le autorizzazioni del Senato.

Il provvedimento pervenuto al Senato ricorda anche che “la stessa Corte Costituzionale, in diverse circostanze, ha avuto modo di evidenziare che la discrezionalità nella gestione dei flussi migratori incontra chiari limiti, sotto il profilo della conformità alla Costituzione e del bilanciamento di interessi di rilievo costituzionale, nella ragionevolezza, nelle norme di trattati internazionali che vincolano gli Stati contraenti e, soprattutto, nel diritto inviolabile della libertà personale (articolo 13 della Costituzione), trattandosi di un bene che non può subire attenuazioni rispetto agli stranieri in vista della tutela di altri beni costituzionalmente tutelati“.

L’inviolabilità del diritto alla libertà personale è riconosciuta anche dall’articolo 5 della Convenzione per la Salvaguardia dei diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali”. Per queste motivazionali “non è ravvisabile la scriminante ipotizzata – conclude il Tribunale di Catania – in quando la decisione del ministro ha costituito esplicita violazione delle Convenzioni internazionali in ordine alle modalità di accoglienza dei migranti soccorsi in mare, e al contempo, non sussistevano profili di ordine pubblico di interesse preminente e tali che giustificassero la protratta permanenza dei migranti a bordo della Diciotti“.

Nel provvedimento, che di fatto analizza e ripercorre l’indagine avviata dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, il Tribunale tiene ben presente le “ragioni politiche che hanno indotto il ministro Salvini a non autorizzare lo sbarco dei migranti presenti sulla nave Diciotti fino al 25 agosto” considerato che, come si legge nel documento pervenuta ieri mattina al Senato “l’unica vera ragione che ha indotto il ministro dell’Interno a non autorizzare tempestivamente lo sbarco è da rinvenire nella sua ‘decisione politica‘ di attendere l’esito della riunione che si sarebbe tenuta in data 24 agosto a livello europeo per parlare del caso Diciotti“. Una “censura” arriva anche per le dichiarazioni fatte  dal capo di gabinetto del ministro Salvini, Matteo Piantedosi, ai magistrati di Catania.

Salvini: “Rischio fino a 15 anni per la Diciotti”

Salvini  in una diretta Facebook ha commentato: “Ci riprovano. Rischio da 3 a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi dei clandestini in Italia. Non ho parole. Paura? Zero. Continuo e continuerò a lavorare per difendere i confini del mio Paese e la sicurezza degli italiani. Io non mollo. Ora la parola passa al Senato e ai senatori che dovranno dire si o no, libero o innocente, a processo o no. Sono sicuro del voto dei senatori della Lega. Vedremo come voteranno tutti gli altri senatori, se ci sarà una maggioranza in Senato. Ma lo dico fin da ora, io non cambio di un centimetro la mia posizione. Barche, barchette e barchini in Italia non sbarcano. Se sono stato sequestratore una volta ritenetemi sequestratore per i mesi a venire”.

 

 

Cosa farà ( e dirà)  adesso il Movimento 5 Stelle ?

Un noto penalista barese, sulla sua pagina Facebook ricorda un commento del vicepremier grillino Luigi Di Maio del 25 febbraio 2106 su Angelino Alfano, allora Ministro dell’Interno, era indagato per abuso d’ufficio, reato punito con pene che vanno fino a quattro anni.  Adesso che Matteo Salvini, titolare dello stesso ministero, è indagato per sequestro di persona, reato punito fino a quindici anni di reclusione nell’ipotesi aggravata di cui all’art. 605, commi 2, lett. B e 3, c.p. . Come si comporteranno, cosa diranno, ma sopratutto come voteranno adesso i senatori grillini ?

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