MENU
25 Aprile 2024 02:36
25 Aprile 2024 02:36

La pm Ilda Boccassini della Procura di Milano va in pensione

Il provvedimento per la precisione sarà efficace dall'8 dicembre prossimo, cioè il giorno successivo al compimento del suo settantesimo compleanno. La consigliera del Csm, Alessandra Dal Moro ha ricordato che nel corso della sua carriera Ilda Boccassini  è stata oggetto di "gravi attacchi personali, campagne di discredito a cui non ha mai risposto e minacce", ringraziandola come "donna delle istituzioni"

ROMA – “Un simbolo di professionalità, indipendenza, tenacia e coraggio“: con queste parole il plenum del Csm riunitosi questa mattina a Palazzo dei Marescialli ha reso omaggio al sostituto procuratore della repubblica di Milano  Ilda Boccassini dopo averla collocata a riposo per raggiunti limiti di età. Il provvedimento per la precisione sarà efficace dall’8 dicembre prossimo, cioè il giorno successivo al compimento del suo settantesimo compleanno. Si chiuderà una carriera che ha rappresentato un capitolo importante nella storia della Procura di Milano e della magistratura italiana.

Il Csm ha già avviato le pratiche per mettere a concorso il posto che rimarrà libero nell’ufficio guidato dal procuratore capo Francesco Greco. Boccassini ha guidato la Direzione distrettuale antimafia di Milano. Nel corso della sua carriera Ilda Boccassini  è stata oggetto di “gravi attacchi personali, campagne di discredito a cui non ha mai risposto e minacce” ha ricordato  ringraziandola come “donna delle istituzioni“.

La Boccassini, detta “Ilda la Rossa”, ex toga del pool Mani Pulite, è stata tra i magistrati impegnati a Caltanissetta nei processi sulle stragi mafiose del 1992, occupandosi anche delle stragi di Capaci e di via d’Amelio, in cui persero la vita Giovanni Falcone (a cui la Boccasini era particolarmente legata professionalmente) e Paolo Borsellino.  A Milano, dove è stata procuratore aggiunto, alla guida della Direzione Distrettuale Antimafia, fino all’ottobre del 2017 quando ha dovuto lasciare la carica di procuratore aggiunto e dipartimento , come impone una norma, da molti ritenuta discutibile, dopo otto anni di servizio con incarico semi-direttivo, durante i quali ha dato un contribuito decisivo alla conferma processuale del radicamento delle mafie in Lombardia.

Ilda Boccassini a partire dalla fine degli anni ‘80,  lavorò con Giovanni Falcone  all’inchiesta milanese Duomo Connection, avvalendosi della collaborazione della squadra di Carabinieri del ROS guidata da Capitano Ultimo, e poi in Sicilia, tra il ‘92 e il ‘94, applicata alla Procura di Caltanissetta per fare luce sulle stragi di mafia contro la magistratura in Sicilia arrivando all’individuazione di esecutori materiali e mandanti e smascherando l’inattendibilità del pentito Scarantino, che era stato ritenuto con “leggerezza” affidabile dai magistrati di Palermo.

Le sue eccezionali capacità investigative ed un carattere non facile sono le caratteristiche di Ilda Boccassini che ha mostrato anche quando è tornata a Milano, lavorando prima nei processi Imi-Sir e Sme, poi nel Ruby e Ruby due, il primo finito con la assoluzione di Silvio Berlusconi, l’altro con le condanna di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti. Condanne confermate sino alla sentenza definitiva della Cassazione. Dopo la Dda, per 15 mesi il procuratore capo di Milano Francesco Greco l’ha delegata alla guida del pool che si occupa dei crimini contro la pubblica amministrazione che da qualche giorno è passata all’aggiunto Maurizio Romanelli, rientrato da Roma dopo un’esperienza alla Firezione nazionale Antimafia . Carattere spigoloso, ma dotata di grande umanità, la Boccassini è stata a lungo magistrato “simbolo” della procura di Milano, titolare di indagini che hanno fatto la storia d’Italia e per questo amata e odiata, nel gioco delle parti, dalla politica.

Alla lotta alla criminalità organizzata il magistrato ha sempre dedicato le sue energie.  si è occupata anche di importanti indagini quali quella su Imi-Sir-Lodo Mondadori che coinvolse l’ex ministro della Difesa Cesare Previti, nonché dell’inchiesta a carico dell’ex premier Silvio Berlusconi per il caso Ruby,  oltre ad avere condotto indagini su mafia e terrorismo. Negli ultimi tempi il magistrato aveva assunto un profilo più defilato. Forse anche perché è diventata nonna, come lei stessa ha detto a sorpresa un paio di anni fa nel corso di una conferenza stampa su un’operazione contro la ‘ndrangheta. O forse perché, dopo tanti anni di servizio e tanti successi professionali, non si è vista riconoscere la carriera di procuratrice che si aspettava.

 

TAGS

Sostieni ilcorrieredelgiorno.it: il tuo contributo è fondamentale

Il tuo sostegno ci aiuta a garantire la nostra informazione libera ed indipendente e ci consente di continuare a fornire un giornalismo online al servizio dei lettori, senza padroni e padrini. Il tuo contributo è fondamentale per la nostra libertà.

Grazie, Antonello de Gennaro

Articoli Correlati

Emiliano sorprende tutti e nomina tre donne ad assessori regionali
La composizione del nuovo Consiglio Regionale in Basilicata
Elezioni regionali Basilicata: Bardi riconfermato governatore. Sconfitto Marrese il candidato del centrosinistra e M5s
Mozione di sfiducia alla Regione nei confronti di Emiliano dal centrodestra pugliese
George Soros ha finanziato con oltre 1 milione di euro anche "Più Europa"
I Servizi Segreti italiani selezionano nuovi agenti
Cerca
Archivi
Definitiva la condanna dalla Cassazione a 23 anni all’anarchico Cospito per il suo attentato alla ex caserma dei Carabinieri
Per il ponte del 25 aprile ancora piogge e temporali sparsi
"Un evento ogni 6 ore nel 2023". Aumentano le minacce cyber in Italia
Pietro Labriola confermato ad di TIM. Alberta Figari è la nuova presidente al posto di Salvatore Rossi
Roberto Napoletano nuovo direttore de “Il Mattino”

Cerca nel sito