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24 Aprile 2024 05:56
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La Fondazione Cittadella della Carità di Taranto in crisi. I sindacati proclamano lo sciopero generale per gli stipendi non pagati

Secondo fonti non ufficiali la Fondazione verserebbe in grave difficoltà finanziaria (si parla di oltre due milioni di euro di debiti) ma il vertice della Cittadella non ha mai voluto fornire i propri bilanci al nostro giornale , così come la UIL ha chiesto ripetutamente alla Direzione della Cittadella della Carità di fornire la documentazione relativa allo stato delle casse dell’Ente, richieste puntualmente cadute in un nulla di fatto. Risultato ? Un muro di gomma !
Sergio Prete
di Antonello de Gennaro

La conferma dello sciopero generale dei lavoratori della Cittadella della Carità di Taranto proclamato per il prossimo 20 marzo 2019 arriva dal sindacato UIL FPL , che di fatto ha smentito quanto dichiarato  un mese fa dal nuovo presidente della Fondazione avv. Salvatore Sibilla, il quale aveva preso il posto dell’ Avv. Sergio Prete (nominato il 2 agosto 2018 e dimessosi il 30 gennaio 2019) , che aveva preso il posto di Giuseppe Mele, quest’ultimo nominato ad agosto 2015 (dopo un breve periodo circa un anno come city manager del Comune di Taranto, su nomina del sindaco Ippazio Stefàno) affiancato come vice presidente dall’ Avv. Angelo Esposito, ex presidente dell’ Ordine degli Avvocati di Taranto (mandato a  processo dalla Procura per una triste storia di gravi ammanchi di cassa n.d.r.), che era subentrato al  posto dell’ Avv. Lelio Miro (attuale presidente della BCC di Taranto)  che a sua volta aveva sostituito di don Franco Semeraro e monsignore Emanuele Tagliente i quali avevano preso a loro volta il posto  della dr.ssa  Gianna Zoppei ( a lungo braccio destro di Don Verzè ed ex- Sovrintendente Sanitario dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano). Un turn-over di presidenti che neanche la più discutibile squadra di calcio come quella  Palermo Calcio sotto la gestione del vulcanico presidente Zamperini, noto mangia-allenatori, ha mai avuto !

“Le chiediamo di intervenire ancora una volta in nostra difesa” scrivevano sin dal gennaio 2015 i dipendenti della Cittadella della Carità che rivolgevano  un appello all’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro. C’erano  pesanti problemi economici da affrontare che hanno già comportato disagi: tredicesima non pagata, stipendi in bilico e si andava verso l’applicazione dei contratti di solidarietà al personale. Poi c’era un contenzioso con l’Asl. Gli operatori della struttura ospedaliera cattolica  del quartiere Paolo VI  di Taranto (che opera in convezione con il servizio sanitario nazionale tramite la Regione Puglia  n.d.r.) chiedevano a monsignor Santoro di fare in modo che “non avvenga la nomina che taluni “nemici” della Cittadella già danno per certa proprio del dottor Scattaglia (ex direttore generale dell’ASL Tarantondr) a nostro nuovo direttore generale“.

il vescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro

Una nomina questa “bloccata” solo e soltanto grazie ad un articolo del nostro giornale in cui documentavamo l’illegalità della nomina che indusse Scattaglia a non accettare l’incarico dimettendosi ancor prima di aver preso possesso del suo nuovo ufficio alla Fondazione Cittadella della Carità . Basta andarsi a rileggere le dichiarazioni a suo tempo di monsignor Santoro per provare imbarazzo per lui…

Veniamo a sapere sgomenti – scrivevano quattro anni fa  i lavoratori – che lo stipendio di dicembre non ci verrà corrisposto per intero in quanto, con opinabile tempismo, il direttore generale dell’ASL di Taranto, Fabrizio Scattaglia, ha richiesto alla Fondazione il pagamento immediato di somme milionarie per prestazioni rese dal 2003 al 2009 a loro dire indebitamente percepite, in ciò confortati da una sentenza del Tar che grida vendetta“. “Solo noi – aggiungevano – sappiamo se è vero o non è vero che quelle prestazioni, rese a favore di pazienti con patologie complesse che ci venivano ricoverati dalla Asl per risparmiare i loro preziosi posti letto e raggiungere i livelli di deospedalizzazione che gli garantivano lauti premi, erano coerenti o meno con le somme che oggi ci chiedono indietro. Perché eravamo noi ad assistere, spesso fino alla fine del loro cammino, quei pazienti che il “pubblico” rifiutava».

“Siamo consapevoli che il percorso da intraprendere è irto di difficoltà, – ha dichiarato all’ atto del suo insediamento l’ Avv. Sibilla ( a lato nella foto)ma siamo anche sereni e certi di operare al meglio per il proseguimento del lavoro già impostato da coloro che, appartenenti alla precedente consiliatura, hanno lavorato per il bene della Cittadella della Carità negli ultimi anni”. Un comunicato stampa dello scorso 16 febbraio 2019 con il quale il neo Presidente (in precedenza era vice presidente n.d.r.) della Fondazione informava che  “sta operando perché il piano di risanamento sia portato avanti, nell’ottica del perseguimento del benessere della persona e del mantenimento dei posti di lavoro“, rendendo noto alcuni avvenimenti di quei giorni che  si voleva far passare per “molto importanti“: era stato pagato lo stipendio del mese di dicembre 2018 , ed a loro dire era “stato realizzato un incontro molto proficuo con i vertici della ASL Taranto, rispettivamente rappresentati dal Direttore Generale avv. Stefano Rossi, dal Direttore Amministrativo dott. Andrea Chiari e dal Direttore Sanitario dott. Vito Gregorio Colacicco“. Il comunicato si concludeva con l’informazione che “le oo.ss. (organizzazioni sindacali n.d.r.) in un clima di massima collaborazione ed apertura, sono state convocate per un incontro con i vertici della Fondazione”

l’avv. Stefano Rossi, direttore generale ASL Taranto

Ma evidentemente tali notizie erano assolutamente contrastanti a quanto aveva dichiarato la Fondazione rispetto a  quanto invece stanno vivendo, in termini di incertezza lavorativa i dipendenti dell’ente, come si legge in una nota sindacale. E non sono segnali che la UIL FPL intende sottovalutare. I dipendenti della Cittadella della Carità infatti, aspettano ancora di ricevere due mensilità di stipendio, mentre fornitori e personale medico ospedaliero-sanitario (medici , infermieri ecc. tutti a partita Iva ) non vengono pagati da oltre un anno ! Una gestione dissennata dalla quale emerge anche l’imbarazzante presenza nel Collegio dei Revisori  della Cittadella, come Presidente , del commercialista Cosimo Damiano Latorre,  recentemente rinviato a giudizio dalla Procura di Taranto per una squallida storia di vessazioni e stalking nei confronti di una dipendente dell’ Ordine dei Commercialisti di Taranto , del quale Latorre è  incredibilmente ancora oggi Presidente !

Cosimo Damiano Latorre Presidente del Collegio dei Revisori della Cittadella della Carità

Così come non viene “spiegata” all’esterno della Fondazione la rimozione dalla Direzione Generale di Bruno Causo (considerato molto “vicino” al direttore generale dell’ ASL Taranto, Stefano Rossi n.d.r.) che però è rimasto incredibilmente nel consiglio di amministrazione, e la nomina di un primario attualmente sotto processo dalla Procura di Taranto per “ricettazione

Secondo fonti non ufficiali la Fondazione verserebbe in grave difficoltà finanziaria (si parla di oltre due milioni di euro di debiti) ma il vertice della Cittadella non ha mai voluto fornire i propri bilanci al nostro giornale , così come la UIL ha chiesto ripetutamente alla Direzione della Cittadella della Carità di fornire la documentazione relativa allo stato delle casse dell’Ente, richieste puntualmente cadute in un nulla di fatto. Risultato ? Un muro di gomma !

Il segretario generale della UIL FPL, Emiliano Messina, manifesta una forte preoccupazione dell’atteggiamento della Fondazione Cittadella della Carità che a tutt’oggi non ha risposto ad alcuna “sollecitazione sindacale”. Un silenzio quello della Direzione e del vescovo Mons. Filippo Santoro che non fa molta chiarezza anche, in considerazione dei numerosi e repentini cambi di vertice avvenuti negli ultimi anni. La UIL FPL, per voce del suo segretario Emiliano Messina, vuole fare chiarezza senza tanti giri di parole inutili e chiede di sapere cosa è avvenuto  dopo l’accordo sindacale siglato nella primavera del 2018. Un accordo che venne siglato dai rappresentanti della  CISL, UIL ed UGL , nel quale la Fondazione Cittadella della Carità si impegnava a fronte di un Piano Industriale di risanamento nel quale assicurava, tra l’altro, ai dipendenti tre tredicesime e il premio produzione.

Sempre nello stesso Piano Industriale era previsto l’ammodernamento della struttura esistente e l’apertura di un nuovo reparto di Medicina e un Hospice rispettivamente per 30 e 15 posti letto. L’accordo stipulato con i sindacati includeva che la Direzione della Cittadella della Carità avrebbe informato le organizzazioni sindacali sullo stato dell’andamento del piano di risanamento dell’Ente. “Accordi”  afferma il sindacato “del tutto disattesi” (che non è sbagliato definire autentiche promesse di Pulcinella n.d.r) , così come è stata  disattesa l’apertura delle nuove strutture sanitarie.

La UIL FPL  teme che strutture in difficoltà a causa di gestione poco “illuminate” possano finire insieme al capitale umano e professionale,  come è accaduto frequentemente nel territorio del tarantino, sotto il controllo del miglior offerente, ed in particolare di una famiglia tarantina legata alla “massoneria” cattolica della Compagnia delle Opere il braccio armato economico di  Comunione e Liberazione, della quale questo giornale si è già occupato in un recente passato . Una ipotesi che purtroppo dicono dalla UIL “non possiamo escludere totalmente e che sta mettendo a dura prova la serenità dei circa 160 lavoratori che da anni quotidianamente operano all’interno della struttura”.

Un clima di incertezza  causato anche dalle note inviate dalla Direzione della Cittadella della Carità ai lavoratori. Infatti con una comunicazione inviata a gennaio 2019, la Direzione della Cittadella della Carità annunciava che a fronte del ritardo nel pagamento dello stipendio la Direzione si stava adoperando per ottenere nuove coperture di credito onde evitare ulteriori ritardi nell’erogazione degli stipendi. La nota di gennaio scorso, ricorda  il sindacato, non è stata neanche l’unica, pochi mesi dopo dalla sigla del Piano Industriale dell’Ente, con una lettera inviata ai lavoratori con la quale  la Fondazione rendeva noto la circostanza di una necessaria ulteriore ricapitalizzazione dell’Ente. Ha ragione quindi  il segretario generale della UIL FPL, Emiliano Messina a sostenere che “le rassicurazioni a mezzo stampa diffuse nei giorni scorsi dall’ente, in cui veniva sottolineato l’impegno del management, in continuità con il lavoro già impostato da parte della precedente consiliatura, per il bene della Cittadella  valgono ben poco alla luce dei fatti accaduti successivamente e degli accordi disattesi“.

Il segretario della UIL FPL, Emiliano Messina, sottolinea che “al momento sono stati i lavoratori ad aver lavorato affrontando non pochi sacrifici, per il bene della Cittadella della Carità, affinché restasse un presidio sanitario di riferimento per il territorio di Taranto e provincia,   e che forse sarebbe ora che arrivassero risposte altrettanto capaci, per il rilancio della struttura, da parte degli organi di vertice della Fondazione. In attesa che ciò avvenga la UIL FPL conferma la proclamazione dello sciopero generale e invita tutti i lavoratori e i cittadini a partecipare alla mobilitazione in difesa del futuro occupazionale dei 160 lavoratori che assicurano al territorio un servizio sanitario di qualità”.

Forse è arrivato il momento che anche la Prefettura di Taranto (che ha competenza per legge sulle Fondazioni) e la Procura della repubblica diano un’occhiata più approfondita e legalitaria sulla gestione “allegra” della Fondazione Cittadella della Carità. Non è in nome dell’assistenza caritatevole infatti, che si possono fare strani affari ed operazioni sospette…E noi lo stiamo scrivendo e denunciando da anni !

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Grazie, Antonello de Gennaro

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