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29 Marzo 2024 08:25
29 Marzo 2024 08:25

“Fake News” : l’ ‘82% degli italiani non le riconosce

Secondo il Rapporto Infosfera, per l' 87% degli italiani i socialnetwork non offrono notizie credibili. Lo stato del sistema di informazione non viene messo in relazione  con la qualità della democrazia, ed  con il concetto di libertà  conseguentemente viene percepita positivamente dalla supposta libertà garantita dalla rete

di Valentina Taranto

ROMA – Sono allarmanti i dati  che emergono dal “Rapporto Infosfera” sull’universo mediatico italiano realizzato dal gruppo di ricerca sui mezzi di comunicazione di massa dell’Università Suor Orsola Benincasa coordinato da Umberto Costantini, docente di Teoria e tecniche delle analisi di mercato e da Eugenio Iorio, docente di Social media marketing. Secondo il rapporto per l’87% degli italiani i socialnetwork non offrono alcuna ulteriore opportunità di ricevere notizie affidabili e l’82% degli italiani non è in grado di riconoscere una “fake news” (notizia falsa) sul web.

Lo studio Infosfera, presentato stamane alla presenza del Commissario AGCOM, Mario Morcellini e dell’assessore regionale alla Formazione, Chiara Marciani, raccoglie i dati sulla percezione del sistema mediatico, con particolare attenzione al livello di credibilità, fiducia ed influenza delle fonti di informazione. Viene così disegnato il nuovo assetto dello spazio pubblico prodotto dai fenomeni della mediatizzazione, della disintermediazione, dell’information overload, della polarizzazione e della sottrazione di tempo e di attenzione.

La ricerca completa  giunta quest’ anno  alla sua seconda edizione, viene pubblicata sul sito web dell’Ateneo napoletano dove è consultabile integralmente, è stata realizzata in collaborazione con i ricercatori dell’Associazione Italiana della Comunicazione pubblica e istituzionale, del Centro Studi Democrazie Digitali e della Fondazione Italiani – Organismo di Ricerca coinvolgendo un campione d’indagine superiore ai 1500 cittadini italiani, con un errore statistico minimo che si attesta intorno al 2,5%.

L’uso dei social media ed i dispositivi digitali stanno rimodulando le facoltà mentali delle persone, il loro pensiero profondo, la propria attenzione e la memoria.  Emerge l’assoluta dipendenza degli italiani dal web . Ma anche la conseguenze  dall’ansia (8,68%) all’insonnia (16,84%), insonnia confusione e frustrazione (6,38%), dolori di stomaco e mal di testa (8,36%) e dimenticanze (9,93%) costituiscono le malattie da overdose di internet . Il 95% del campione censito utilizza quotidianamente internet, quasi il 70% lo fa per più di tre ore al giorno e il 32% per più di cinque ore. All’incirca metà di questi tempi viene passata sui social network. E così crescono così i malanni da ‘overdose di web’.

Crescono le ore di esposizione all’informazione: il 42,37% di noi è connesso almeno 4 ore al giorno. La “generazione Z” ancora di più, infatti un utente su tre è collegato a Internet più di 5 ore al giorno e metà del suo tempo è trascorso sul socialnetwork Facebook.

E’ stato riscontrato che il 69,34% degli italiani registra e memorizza le informazioni di cui ha bisogno sul proprio telefono. Informazione e democrazia sono causa di sfiducia e contraddizioni  Il 79,93% degli italiani ritiene di essere capace di trovare facilmente le notizie di cui ha bisogno ed è portato ad utilizzare prevalentemente i free-media piuttosto che quelli a pagamento.I social network non offrono più opportunità di apprendere notizie credibili per l’ 87,24% degli italiani . Nonostante per il 96,61% il sistema di informazione non è la dimostrazione che la democrazia italiana è in salute,  per il 98,75% non è la dimostrazione che la democrazia italiana sia debole. Molte sono le contraddizioni emerse nella ricerca .

Lo stato del sistema di informazione non viene messo in relazione  con la qualità della democrazia, ed  con il concetto di libertà  conseguentemente viene percepita positivamente dalla supposta libertà garantita dalla rete. A riprova di ciò, per il 77,30% le fake news non indeboliscono la democrazia. Per l’87,76% l’informazione che circola in rete è professionale, quindi è attendibile.

“È innegabile che si tratti di dati inquietanti – ha commentato Eugenio Iorio, coordinatore scientifico della ricerca – perché in un’infosfera così configurata i cittadini-utenti, sprovvisti dei più elementari strumenti di analisi e di critica della realtà e privi di qualsiasi strumento di difesa, tendono ad avere una visione distorta della realtà, una visione sempre più prossima a quella desiderata dai manipolatori delle loro capacità cognitive“. Da questo punto di vista il ruolo della formazione delle nuove generazione diventa fondamentale come ha illustrato il Commissario AGCOM Mario Morcellini spiegando “che il quadro negativo emerso dal rapporto Infosfera lancia un forte allarme al quale possono e debbono rispondere le scuole e le Università impegnandosi nella formazione di una coscienza critica nei giovani che sia più preparata al bombardamento mediatico a cui oggi si viene sottoposti in maniera indiscriminata e incontrollata“.

 

 

 

 

 

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