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19 Aprile 2024 22:02
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L’ AMIU di Taranto riduce le sue perdite, ma il servizio è sempre carente

Si è svolta l’assemblea ordinaria dell’ AMIU SpA di Taranto con il socio unico , cioè il Comune di Taranto, in cui è stato approvato il bilancio d’esercizio 2013 che si è chiuso con un miglioramento dell’andamento gestionale economico-finanziario dell’azienda che ha consentito di riscontrare la positività dell’EBIT, in pratica la differenza tra valore e costi della produzione indicati nel conto economico. Nel 2012 questo dato aveva segno meno con perdite per €6.766.447, nell’ultimo esercizio (2013) l’azienda ha conseguito il risultato di un + €1.134.981. Sono stati abbattuti  soprattutto i costi della produzione, diminuiti da € 44.249.195  a €36.998.371 , e nonostante le perdite d’esercizio siano pari a € 1.463.915 , e quindi notevolmente inferiori a quelle dell’anno precedente (€ 10.620.244 ), l’EBIT positivo ristabilisce in parte l’immagine economico-finanziaria dell’azienda.

Per quanto riguarda la situazione patrimoniale dell’azienda, invece, la ricapitalizzazione deliberata a dicembre 2013 ha contribuito alla riduzione del debito di circa il 10% passando da oltre 44 milioni di euro di perdite nel 2012, ai 40 milioni di euro nel 2013,  buona parte del quale è costituita da debiti verso enti previdenziali e di sicurezza, più una parte di debiti tributari che, compresi i primi, sono stati oggetto di una importante manovra di rateizzazione, che ha alleggerito l’esposizione debitoria, che rappresenta una delle più grosse esposizioni di società pubbliche in tutta la regione.

Tutta la gestione dei rifiuti solidi urbani, ad esempio, produce un valore di € 32.396.999  a fronte di € 29.693.967  di costi. Il risultato positivo di + € 2.703.032  è ridotto dall’effetto della multiservizi (perdite per  € 1.851.134 ): il dato è frutto di una incongruità, riconosciuta anche dal Comune, tra costi e valore del servizio, residuo di un contratto stipulato in epoca di dissesto finanziario. Con l’esternalizzazione di questi servizi, già deliberata dal Comune di Taranto nel settembre 2013 ed in procinto di attuazione, e con l’avvio delle attività già previste nel nuovo contratto di servizio per la gestione dei rifiuti approvato dal Comune lo scorso 30 giugno), la prospettiva di gestione economica dell’azienda potrebbe migliorare.

Oggettive difficoltà, invece, sono legate alla gestione finanziaria del MeTa, il mercato ortofrutticolo all’ingrosso situato alle porte di Taranto e di proprietà comunale. L’azienda deve continuare a far fronte al perdurante mancato incasso dei canoni da parte dei commercianti assegnatari, tant’è che le somme indicate in bilancio come valore della produzione 2013 sono crediti maturati ma non riscossi (€ 1.688.970 ), a fronte di costi interamente sostenuti per la gestione. L’ AMIU SpA aveva comunicato per tempo di volere rescindere il contratto con il Comune alla data della sua scadenza naturale, lo scorso 22 agosto. Il Comune, pur accogliendone le ragioni, con una delibera del 19 agosto ha chiesto all’azienda un ulteriore sforzo per gestire la struttura sino al 31 dicembre 2014. Questo impegno gravoso, tuttavia, non impedirà all’ AMIU SpA  di recuperare con la massima determinazione i crediti maturati legittimamente e di perseguire il rispetto delle condizioni contrattuali nella convinzione, pienamente condivisa dal sindaco Ippazio Stefàno in occasione dell’approvazione del bilancio, che gli sforzi per la razionalizzazione dei costi dell’azienda non dovranno essere vanificati da una situazione in cui si assiste, incredibilmente, ad una mancata corresponsione dei canoni correnti di locazione.

Tale prospettiva, è conseguente alla luce dell’approvazione del nuovo contratto di servizio e del contestuale avvio di nuove attività (che comporteranno un generale riassetto organizzativo all’interno dell’ AMIU SpA), che è quello  di migliorare la qualità dei servizi resi, primo obiettivo di un azienda che eroga servizi pubblici. Ci riuscirà l’ AMIU SpA  ? Alla luce dei deludenti risultati sinora raggiunti, appare arduo e difficile crederlo.

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