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24 Aprile 2024 01:00
24 Aprile 2024 01:00

Indagati dalla Procura di Trani i vertici di Ferrotramviaria

La Guardia di Finanza di Bari ha avuto la delega ad acquisire atti presso Ferrotramviaria, Regione Puglia e “ovunque essi si trovino” sull’erogazione e la gestione dei finanziamenti europei e regionali relativi anche al mancato raddoppio della tratta Corato-Andria sui cui è avvenuto il disastro ferroviario.

I vertici di Ferrotramviaria  la società privata che gestisce la linea su cui si è verificato il disastro sono stati iscritti nel registro degli  indagati dalla Procura di Trani per il disastro ferroviario avvenuto il 12 luglio tra Corato e Bari in cui sono morte 23 persone e altre 52 sono rimaste ferite.

Indagati Massimo Nitti direttore generale di Ferrotramviaria, Michele Ronchi, direttore di esercizio delle Ferrovie del Nord Barese (Ferrotramviaria),  e Gloria Pasquini presidente e legale responsabile di Ferrotramviaria . I reati ipotizzati sono: disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose plurime.

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Indagato anche  il capotreno Nicola Lorizzo sopravvissuto allo scontro. Ricoverato all’ospedale di Bari, martedì era il capotreno di servizio sul treno regionale 1021, il treno partito dalla stazione di Andria. Salgono quindi a sei le persone indagate nell’inchiesta per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo.

La Guardia di Finanza di Bari ha avuto la delega ad acquisire atti presso Ferrotramviaria, Regione Puglia e “ovunque essi si trovino” sull’erogazione e la gestione dei finanziamenti europei e regionali relativi anche al mancato raddoppio della tratta Corato-Andria sui cui è avvenuto il disastro ferroviario.

Registri di viaggio alterati. Finiscono sotto  raggi X  anche i registri di viaggio che – come rivale il quotidiano La Repubblica  – erano incompleti, in contraddizione e, probabilmente falsi. Corretti a penna, probabilmente per non svelare dei ritardi. Il traffico sulla linea della Bari Nord era raddoppiato negli ultimi anni: i treni in movimento erano quattro volte di più di quelli che viaggiavano sulla stessa linea sei anni fa. Nonostante tutto ciò le modalità di sicurezza erano immutate: l’antiquato blocco telefonico.

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