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20 Aprile 2024 11:23
20 Aprile 2024 11:23

Indagati 4 dirigenti della società di trasporto pubblico Ctp di Taranto a cui avevano sottratto 1 milione di euro

I quattro dirigenti Ciccimarra, Pacucci, Portulano e Rochira, avrebbero sottratto dalle casse della società circa un milione di euro non dovuti contrattualmente, che hanno generato il provvedimento di sequestro conseguente alle indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica, dei beni tra cui figurano 7 autovetture, alcune delle quali di grossa cilindrata (BMW Serie 5 e Mercedes Classe E), 8 immobili, tra i quali alcune villette ubicate sulla litoranea jonico-salentina, nonché conti correnti bancari e fondi comuni d’investimento per cospicui importi

 

CdG maurizio carbone
nella foto il pm Maurizio Carbone

L’attività investigativa  della Guardia di Finanza di Taranto coordinata nelle indagini dal Sostituto Procuratore della Repubblica dr. Maurizio Carbone si è concretizzata nella disamina delle delibere aziendali riferite ai mandati di pagamento stipendiali, raffrontate con il contratto collettivo nazionale di lavoro dello specifico settore. E’ stato accertato che, dal 2005 al 2015, l’attuale direttore generale Cosimo Rochira, 66 anni; l’ex-direttore di esercizio Michele Ciccimarra, 66 anni;  il dirigente del settore economico Luigi Pacucci, 62, ed il dirigente del settore movimento, Giuseppe Portulano, 62 anni, dipendenti del CTP, il Consorzio pubblico di trasporti della Provincia di Taranto i quali disponevano, per le rispettive funzioni aziendali rivestite, dell’impiego di risorse finanziarie della società, si sarebbero indebitamente appropriati di somme di denaro non spettanti, attribuendosi maggiori emolumenti rispetto a quelli effettivamente dovuti per un maggior ammontare complessivo di circa 1 milione di euro, ed in quanto dirigenti della società a capitale pubblico sono stati pertanto configurati i reati di “peculato aggravato continuato, in concorso

CdG gdf berrettoSecondo le indagini della Guardia di Finanza tra le spettanze arbitrariamente aggiunte dagli indagati nei propri stipendi, figurava la voce “retribuzione variabile incentivante”, corrispondente ad un incremento lordo individuale compreso tra gli 870 ed i 1.620 euro mensili. Inoltre, nei confronti del Direttore d’Esercizio pro-tempore Michele Ciccimarra, è stata altresì appurata una indebita auto-liquidazione di maggiori emolumenti con l’attribuzione in busta paga di una “indennità di anzianità”, corrispondente a 1.290 euro lordi mensili, non spettante per mancanza dei requisiti previsti dalla normativa sui trattamenti dirigenziali.

Il provvedimento di sequestro, dei beni tra cui figurano 7 autovetture, alcune delle quali di grossa cilindrata (BMW Serie 5 e Mercedes Classe E), 8 immobili, tra i quali alcune villette ubicate sulla litoranea jonico-salentina, nonché conti correnti bancari e fondi comuni d’investimento per cospicui importi, conseguente alle indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica, è stato accolto e disposto dal G.I.P. presso il Tribunale di Taranto, dott.ssa Anna Patrizia Todisco. 

Schermata 2016-07-21 alle 16.08.46I retroscena. Il “valzer” degli illeciti aumenti retributivi  è avvenuto prevalentemente sotto la gestione dell’ ex Presidente del consiglio dei amministrazione del CTP, Giovanni D’ Auria coinvolto in un altra indagine per delle commesse e servizi per sei milioni di euro, soldi usciti dalle casse del Consorzio pubblico di trasporti. Curiosando fra le cause del Tribunale di Taranto abbiamo scoperto  che l ‘ex-direttore di esercizio  Michele Ciccimarra, considerata dagli investigatori come la vera “mente” del sistema emerso dalle indagini, aveva presentato un decreto ingiuntivo nei confronti del Consorzio  richiedendo ulteriori 200mila euro per una pretesa differenza di retribuzione a suo dire non percepita. Ma non ha fatto i conti con la linea “dura” e rigorosa dell’attuale gestione societaria, che non solo si è opposta, ma ha presentato una causa riconvenzionale per danni per 450 mila euro nei confronti del Ciccimarra.

Il nuovo corso del CTP. Dopo l’estromissione dell’ex presidente D’ Auria e del Cda , con la successiva nomina di un amministratore unico, è stato conferito incarico ad un consulente del lavoro, per accertare la regolarità delle retribuzioni correlate alle competenze, ed evitare il ripetersi di quanto appurato dalle indagini della Guardia di Finanza.

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