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28 Marzo 2024 22:32
28 Marzo 2024 22:32

Inchiesta sui diritti televisivi del calcio, perquisite sedi di società di serie A e B

La Guardia di Finanza anche nella sede del Genoa. La procura di Milano ipotizza i reati di turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti e ostacolo agli organi di vigilanza

Nell’ambito dell’indagine in cui la Procura di Milano ipotizza i reati di turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza, in relazione alla compravendita dei diritti televisivi, la Guardia di Finanza ha perquisito le sedi di alcune società di calcio di serie A e B, tra cui quella del Genoa, ed il Bari . Le perquisizioni risalgono a venerdì scorso, quando le Fiamme Gialle si sono presentate anche nella sede milanese della Lega Calcio con un ordine di esibizione di documenti. Tra gli indagati la Infront, la società svizzero-cinese diretta in Italia da Marco Bogarelli, un ex-manager del Gruppo Mediaset, che è anche advisor della Lega Calcio nella vendita dei diritti televisivi delle squadre di serie A e B per i campionati 2015/2017.

Le ipotesi di reato al vaglio dei pm Roberto Pellicano, Paolo Filippini e Giovanni Polizzi , magistrati del dipartimento che combatte i reati contro la pubblica amministrazione. Un dettaglio non secondario, nel riserbo che ha accompagnato un’indagine avviata a maggio in gran segreto. Non ci sarebbero, insomma, coinvolgimenti per reati societari, ma comportamenti infedeli da parte di chi ha un ruolo diretto nella gestione dei diritti. e si procede per di turbativa d’asta, concretizzata con l’iscrizione nel registro degli indagati di Marco Bogarelli, presidente di Infront


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I primi sospetti sono arrivati dopo che l’ Antitrust si era presentata in Lega Calcio con un decreto di sequestro per acquisire le carte per l’assegnazione dei diritti televisivi per le stagioni di Serie A del triennio 2015-2018. Allora si ipotizzava che tra i grandi club si fosse creato un trust , un accordo occulto per garantirsi la parte più grossa dei diritti. Poi sulla scrivania del pm Pellicano sono arrivati gli sviluppi dell’inchiesta sul barone Filippo Dollfus de Volkesberg, finito in manette a maggio con l’accusa di gestire conti cifrati in Svizzera a imprenditori italiani di primo piano. A quanto risulta  tra i clienti del nobile esperto in finanza sarebbe finito anche chi, materialmente, ha preso parte alla divisione dei diritti televisivi.

Nel frattempo  Andrea Baroni, il fiscalista arrestato lo scorso venerdì dalla Gdf nell’ambito di uno dei filoni dell’indagine della Procura di Milanoche, in un altra tranche, sta effettuando accertamenti sull’assegnazione dei diritti tv del calcio avvenuta la scorsa primavera, interrogato lunedì mattina dal gip Giuseppe Gennari, si è avvalso della facoltà di n0n rispondere. Baroni, difeso dall’avvocato Roberta Guaineri, è accusato di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro frutto di evasione fiscale di clienti italiani assieme ad altre persone essendo, per i pm, uno dei soci della Tax and Finance (T&F), società di consulenza fiscale con sede a Lugano e di diritto inglese con uffici in tutto il mondo. Società che tra i clienti, come risulta dall’ordinanza del gip, ha anche la Infront Italy srl di Marco Bogarelli.

Tra i clienti di Baroni , come risulta dal provvedimento del gip, c’è anche Luigi Ugo Colombini, procuratore e manager sportivo (ma non indagato). Nei dialoghi intercettati con il suo referente in T&Fintrattiene conversazioni di carattere professionale in ordine alla movimentazione di diverse provviste di denaro relative ai compensi percepiti da tennisti professionisti” tra i quali Andy Murray e Shvedova Jarolslava. Una “esterovestizione”, da parte di Baroni, per permettere minore tassazione. “E’ evidente – scrive il giudice – che il procuratore sportivo utilizza una società svizzera per gestire i rapporti con i propri giocatori” anche se “troppo involuta è l’indagine per comprendere effettivamente beneficiari, destinatari e modalità delle operazioni estere”.

Contestualmente all’arresto venerdì scorso, nell’altro filone di indagine, le Fiamme Gialle si sono presentate nella sede milanese della Lega Calcio con un ordine di esibizione di documenti nel quale si ipotizza a carico di Infront, Bogarelli, alcuni manager della stessa società e due di Rti (gruppo Mediaset) i reati di turbativa d’asta e turbata libertà degli incanti, in relazione alla compravendita dei diritti tv. Altro reato contestato a vario titolo è ostacolo all’attività degli organi di vigilanza, in particolare, come è stato riferito in ambienti giudiziari milanesi, nei confronti della Commissione per la vigilanza e il controllo delle società di calcio, in relazione a presunti ritocchi al rialzo dei bilanci di alcune società calcistiche al fine di poter essere ammesse ai campionati.

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Tra le carte dell’accusa, vi sono anche tracce dei movimenti societari che hanno accompagnato la discussa compravendita – ancora in fase di perfezionamento – dell’Ac Milan, tra la famiglia Berlusconi e il tahilandese Mister Bee. Quale sia il collegamento con l’inchiesta sui diritti, al momento è praticamente impossibile scoprirlo. L’acquisizione del 49 per cento della società di via Turati da parte di Bee è stata accompagnata sin dal suo annuncio, da molti misteri. E personaggi legati al mercato dei diritti sembrano aver seguito da vicino anche questa operazione. Di certo, quello che sta scoperchiando la magistratura milanese rischia di scatenare un terremoto. Un dato incontrovertibile si basa su anomalie difficilmente ribaltabili. Il primo è che per i diritti venduti all’estero la Lega incasserebbe una cifra ben inferiore a quella ottenuta dalla società a cui li gira.

La seconda riguarda il ruolo della potente Infront, la società rappresentata in Italia da Marco Bogarelli che incrocia le strade del calcio nel 2008. Prima mettendoci timidamente un piede per una modesta parte dei diritti. Oggi, la controllata della multinazionale cinese Wanda group oltre alla cessione all’estero dei diritti della Serie A è anche entrata direttamente in quote societarie di alcune squadre, come avvenuto nel caso del Bari, e del Brescia. per aggiustarne i bilanci, o e di MP&Silva, un altro pezzo “grosso”nel business calcio&televisione.

Secondo quanto già ha pubblicato domenica Il Sole 24 Ore questo filone dell’indagine riguarderebbe presunti finanziamenti estero su estero, serviti a ‘raddrizzare’ i bilanci delle società superando così i controlli della Covisoc, che vigila sullo stato economico-finanziario dei club professionistici. Come riportato dal quotidiano edito e controllato dalla  Confindustria negli mesi scorsi sui conti del Bari sono arrivati 460mila euro da parte di Infront. La società pugliese ha rigettato le accuse, chiarendo che le indagini non riguardano “né Fc Bari 1908, né il presidente Gianluca Paparesta”, che quei soldi sono transitati su conti bancari di “istituti di credito nazionali” e che il versamento riguarda il regolare contratto di sponsorizzazione della seconda maglia. Relativamente al Genoa, il finanziamento di circa 15 milioni di euro sarebbe invece stato erogato da Riccardo Silva, ex partner di Bogarelli e Locatelli in Milan Channel, la cui abitazione è stata perquisita venerdì, è il proprietario della MP&Silva, società che gestisce i diritti tv della A sul mercato estero. Secondo quanto pubblicato da Il Sole 24 ore, la somma sarebbe stata girata su conti esteri riferibili a Preziositramite altre strutture estere riferibili a Infront e gestite dalla Tax&Finance

Il Genoa è una delle squadre le cui sedi sono state perquisite venerdì scorso –  ha dichiarato all’ ANSA  Enrico Preziosi, patron del club ligure – ma siamo tranquillissimi, i soldi che servivano al nostro bilancio li ha messi l’azionista di riferimento, cioè io”. “Il conto è tracciabile – continua Preziosi -, sono state fatte tutte operazioni semplici e chiare, ove servisse saremmo pronti a dare qualsiasi chiarimento a qualsivoglia autorità competente”. Il presidente rossoblu conclude: “Questo è un Paese davvero strano. Uno si sveglia e tira fuori un teorema e tutti quanti gli vanno dietro. Ma io non ho problemi, è tutto chiaro e la Covisoc della Federcalcio prima di tutti lo sa”.

 

 

Berlusconi, parlando sabato a Milano, ha detto : “Ieri (venerdì, ndr) c’è stata la Guardia di Finanza per tutto il giorno in Mediaset e hanno preso telefonini, computer, con un’accusa di una incredibilità totale: che ci sia stata turbativa d’asta nella vicenda dei diritti televisivi del calcio. Scusa ma le società di calcio non sono entità private? Sì, sono enti privati. E la Lega insieme alle società di calcio non è un’istituzione privata? Sì, è un’istituzione privata. E allora cosa centra la turbativa d’asta che può riguardare soltanto istituzioni pubbliche?» Ma come ha ben spiegato ieri sera Milena Gabbanelli a REPORT, la Lega di serie A organizza la gara dei diritti tv del calcio, svolge funzioni di diritto pubblico e si applicano le norme previste per le istituzioni pubbliche.
Tra gli indagati per l’ipotesi di ostacolo all’attività di vigilanza della Covisoc, la Commissione per la vigilanza e il controllo delle società di calcio, il presidente del Bari Gianluca Paparesta, del Genoa Enrico Preziosi e anche Claudio Lotito, presidente della Lazio e componente del Consiglio federale della Figc.
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