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20 Aprile 2024 07:11
20 Aprile 2024 07:11

Ilva: per il sindaco di Taranto il “Wind Day” deve essere un problema per l’ azienda

Fonti Ilva intanto osservano che l'azienda, da quando e' cominciata l'amministrazione straordinaria, e' venuta incontro al Comune di Taranto per gli  oneri di pulizia dando seguito alle prescrizioni ambientali dell'Aia 2012. Dall'avvio dell'amministrazione straordinaria ad oggi l'Ilva ha versato al Comune per gli oneri di pulizia dei Tamburi circa un milione di euro

ROMA –   Ad ottobre scorso, il Sindaco di Taranto aveva stabilito che nei giorni classificati “Wind Day” da Arpa Puglia ai Tamburi le scuole sarebbero rimaste chiuse. Questo per proteggere gli alunni visto che, a causa di vento e polveri, non era possibile areare correttamente gli ambienti scolastici. Per 11 volte, da fine ottobre ad oggi, nelle scuole dei Tamburi non c’e’ stata lezione. Le ultime volte sono state il 17 e 18 gennaio e lunedi’ scorso.

Adesso, invece, con una discutibile ordinanza del Sindaco di Taranto, che ancora una volta manifesta la propria volubilità decisionale,  dal prossimo “Wind Day” nelle scuole del rione si potra’ andare sino alle 12.30, facendo scattare per l’ILVA una serie di divieti e obblighi. Secondo il sindaco Melucci, che nella vita precedente ha sempre  e solo fatto il mediatore portuale, e quindi privo di alcuna competenza industriale ed ambientale, l’ ILVA non potra piu’ stoccare e prelevare le materie prime dal parco minerali nei giorni di “Wind Day” ,  in poche parole non potra’ fare alcuna movimentazione delle stesse.

Secondo l’ordinanza l’ ILVA non potra’ usare nemmeno i nastri trasportatori per il loro trasferimento agli impianti, subendo alcuni obblighi: pulire ad umido le strade vicine all’area a caldo della fabbrica, cioe’ laddove ci sono parco minerali, cokerie, altiforni e acciaierie, gli impianti a maggior impatto ambientale; pulire con mezzi idonei, in grado cioe’ di rimuovere le polveri, anche strade e marciapiedi del rione Tamburi

 

La pulizia secondo quanto stabilito dal Sindaco di Taranto, dovra’ essere fatta dal giorno prima del Wind Day e per tutto il giorno in cui il Wind Day si manifestera’. Ma Melucci con questa sua ordinanza dimostra di non sapere che l’ILVA in base alle prescrizioni ambientali Aia, ha ridotto l’altezza dei cumuli di materie prime, ridotto gli stoccaggi, “bagnato” gli stessi cumuli utilizzando delle speciali sostanze “filmanti”proprio per trattenerle e contenerne la dispersione col vento. Misure queste contenute nell’ AIA che pero’ evidentemente sono ritenute inefficaci dal Comune di Taranto che dimostra di non conoscere nel dettaglio le vigenti prescrizioni ambientali AIA, e adesso alza il “tiro” verso l’ILVA.

Nei giorni scorsi, in Consiglio comunale, il gruppo del Movimento Cinque Stelle di cui fa parte un operaio dell’ ILVA, tale Massimo Battista, un ex sindacalista, aveva proposto una mozione per lo stop della fabbrica nei giorni segnalati “Wind Day” da Arpa Puglia. La mozione fu respinta ma l’ordinanza del sindaco Melucci va comunque ad incidere sulla produzione della fabbrica.

Inoltre erano state chieste nuove misure per contrastare gli effetti del Wind Day da parte di  Legambiente, Fiom Cgil e Peacelink. Quest’ultima, che e’ un’associazione diventata molti anni dopo la propria fondazione, ambientalista (della quale è ignoto il bilancio e le proprie fonti di finanziamento ) , ha proposto al sindaco di Taranto di quantificare i danni da Wind Day imputando all’ILVA il relativo risarcimento.
 
Nessuna reazione ufficiale, per ora, da parte dell’ILVA, ma “fonti” vicine all’azienda fanno rilevare come l’ILVA e’ una fabbrica particolare. E’ in attivita’ di continuo e alimentata di continuo. Tranne che per rifacimento strutturale, gli altiforni, cuore produttivo dell’acciaieria,  non vengono mai spenti. Possono essere messi al minimo, ma non spenti.

 

 

Un impianto ma anche un nastro trasportatore, soprattutto se impegnato nell’alimentazione a valle, si fa osservare, non possono essere “spenti” come se fossero un interruttore dell’elettricita’. Tutte da valutare, quindi, le possibili ripercussioni produttive nel siderurgico di Taranto con l’applicazione dell’ordinanza che, scrive il sindaco, ha effetto immediato. L’ ILVA, come tutti i provvedimenti, puo’ impugnarla al Tar, ed infatti gli avvocati sono già al lavoro per valutare tutte le iniziative più opportune per la tutela dei diritti dello stabilimento siderurgico, e conseguentemente i circa 20mila operai (fra stabilimento ed indotto) e le 350 società ed imprese  che lavorano per la più grossa fabbrica produttrice di acciaio in Europa.

 

nella foto lo stabilimento siderurgico dell’ ILVA di Taranto
Fonti Ilva intanto osservano che l’azienda, da quando e’ cominciata l’amministrazione straordinaria, e’ venuta incontro al Comune di Taranto per gli  oneri di pulizia dando seguito alle prescrizioni ambientali dell’Aia 2012. Dall’avvio dell’amministrazione straordinaria ad oggi l’Ilva ha versato al Comune per gli oneri di pulizia dei Tamburi circa un milione di euro in piu’ tranche: 600mila sino a ottobre scorso, 170mila successivamente piu’ ulteriori 200mila. Versati soldi, sempre per lo stesso motivo, anche al vicino Comune di Statte per poco piu’ di 200mila euro, di cui 95mila versati dall’avvio dell’amministrazione straordinaria ad ottobre scorso. In ogni caso, al di la’ delle varie misure, la soluzione definitiva del problema polveri al rione Tamburi si avra’ solo con la copertura dei parchi minerali.

 

 

Dopo anni di promesse e di tempi disattesi, anche perche’ i commissari Ilva non avevano i soldi per provvedervi, la copertura dei parchi comincera’ a febbraio e si concludera’ dopo 24 mesi di lavoro. Per dare un segnale positivo a Taranto e risolvere una criticita’, il Governo infatti ha incaricato i commissari di avviare le prime opere in attesa che subentri in in ILVA l’acquirente Am Investco – Arcelor Mittal -cui compete l’investimento dei parchi. Mittal spendera’ circa 300milioni ed eseguira’ il progetto gia’ autorizzato, fatto mettere a punto dalla gestione commissariale dall’azienda Cimolai. La copertura dei parchi minerali e’ anche la prescrizione piu’ importante del nuovo piano ambientale approvato a fine settembre con Dpcm. Proprio quello che Regione Puglia e Comune Taranto hanno impugnato al Tar di Lecce contestandolo. Inutilmente, per il momento.
Ma forse tutto questo il sindaco Melucci non lo sa….o finge di non saperlo, preoccupato esclusivamente di avere visibilità ed autorevolezza, una dote questa che non si conquista a base di comunicati stampa ed ordinanze discutibili prive di alcuna applicazione.
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