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19 Aprile 2024 18:28
19 Aprile 2024 18:28

Ilva, per i sindacati la trattativa può avere inizio ma senza vincoli e condizioni precostituite

Per i sindacati  il negoziato si può avviare "solo a partire da un serio confronto sul Piano Industriale ed ambientale e con approfondimenti su investimenti, volumi produttivi ed organizzazione del lavoro anche in rapporto all’indotto"

ROMA – Dopo il rinvio dell’incontro del 9 ottobre deciso dal Ministro Carlo Calenda, i sindacati hanno ricevuto nella tarda serata di ieri la comunicazione, da parte dei Commissari straordinari di Ilva e dei rappresentanti di AM InvestCo Italy, con cui si invitano le organizzazioni sindacali a partecipare ad un nuovo incontro presso il Ministero dello Sviluppo Economico.

In un comunicato congiunto le organizzazioni sindacali, dopo la mobilitazione dei giorni scorsi con una grandissima adesione dei lavoratori di Ilva e delle istituzioni delle province interessate, hanno anticipato che questa volta si presenteranno al tavolo “superando integralmente i contenuti indicati nella comunicazione ex art. 47 dello scorso 6 ottobre, riconfermando l’inaccettabilità degli esuberi dichiarati e delle penalizzazioni delle condizioni economiche e normative, livelli retributivi, inquadramento e di anzianità. Occorre ristabilire le condizioni iniziali del confronto senza condizioni prestabilite e vincolanti“.

Per i sindacati  il negoziato si può avviare “solo a partire da un serio confronto sul Piano Industriale ed ambientale e con approfondimenti su investimenti, volumi produttivi ed organizzazione del lavoro anche in rapporto all’indotto”

Le organizzazioni sindacali auspicano che il Governo, che ha deciso di rinviare l’incontro del 9 ottobre per una mancanza del rispetto sostanziale degli impegni da parte dell’azienda, “favorisca un negoziato urgente ma vero facendo chiarezza anche sul ruolo dei Commissari straordinari (sua espressione) che hanno condiviso con AM InvestCO Italy i contenuti della comunicazione dell’art. 47 ” che secondo i sindacati  “risultano essere “inaccettabili ed ingiustificabili.

I rappresentanti nazionali della Fim, Fiom, Uilm  attendono, dopo le audizioni alla Camera ad al Senato in cui sono state condivise le posizioni delle organizzazioni sindacali, “anche il pieno sostegno di tutte le forze politiche. Continueremo, per tutta la durata del negoziato, con lo stato di agitazione in tutti gli stabilimenti del gruppo Ilva e proseguendo gli incontri con le istituzioni locali

L’ USB- Unione sindacale di base di Taranto invece proclama per il 31 ottobre lo sciopero di 24 ore di tutti i dipendenti Ilva e appalto “Siamo stanchi di discussioni inutili che stanno producendo il nulla” commenta  il coordinatore provinciale Francesco Rizzo, secondo il quale “il tentativo del Governo è quello di isolare e dividere: noi non ci stiamo. Le istituzioni locali e regionali devono stare al tavolo“.

“Apprendiamo dalla stampa – aggiunge  Rizzoche il Ministro Calenda si starebbe apprestando a riconvocare il tavolo per il 31 ottobre al Mise. Eppure, nessuna risposta è giunta da ArcelorMittal in merito al taglio dei salari, alla possibilità di scorporare i dipendenti in più società, alle garanzie dei diritti acquisiti, alla non applicazione dei nuovi contratti con la formula del Job’s Act e nessuna garanzia sull’indotto Ilva, sull’abbattimento dei tempi per l’applicazione Aia, sull’uso di migliori tecnologie e sulla valutazione del danno sanitario obbligatorio

 La Cgil Taranto a firma del segretario generale Paolo Peluso, ha inviato una unga lettera al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, al quale chiede un incontro urgente all’indomani della presa di posizione di quest’ultimo sulla vicenda Ilva, scrivendo: “La scrivente Segreteria non può che apprezzare la determinazione con cui ha reagito agli effetti devastanti causati dal forte vento del 23 u.s. sul quartiere Tamburi e la ferma volontà di utilizzare appieno i poteri conferitigli dalla Legge quale massimo responsabile della tutela della salute dei cittadini di Taranto.

Tuttavia, su un punto la scrivente esprime grande preoccupazione. Non è affidandosi alle carte bollate che si può affrontare in modo convincente e vincente la questione della tutela ambientale contemperata con quella della salute. Come dimostrato anche da recenti vicende, il ricorso ai tribunali amministrativi, ancorché legittimo, rischia di ottenere effetti perversi allungando i tempi di realizzazione di opere a fronte di sentenze contrarie o parziali sulla natura del contendere.

Affidarsi ai Tribunali è importante, ma poi però bisogna attendere i tempi della giustizia, mentre Taranto tempo a disposizione non ne ha più. La battaglia, pertanto, è tutta politica. E se è vero, come è vero, che nessuno di noi è più disposto a tollerare morte e inquinamento, è necessario comporre un fronte unico con l’obiettivo di modificare procedure e norme di carattere nazionale che rendono spesso debole l’iniziativa degli Enti Locali in una materia così complessa. Su questo terreno la CGIL e la FIOM di Taranto, unitamente alle rispettive nazionali, sono impegnate a chiedere con forza l’inserimento nell’AIA ILVA della Valutazione del Danno Sanitario, nonché la richiesta di conoscere puntualmente il piano ambientale che Arcelor Mittal intenderà eseguire in particolare a Taranto, qualora dovesse aggiudicarsi definitivamente la proprietà dello stabilimento siderurgico, anche per determinare una più rapida esecuzione degli interventi”

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