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19 Aprile 2024 19:09
19 Aprile 2024 19:09

E’ pugliese il poliziotto che ha salvato decine di vite a Bologna

Tra gli altri circa 100 feriti, tra i quali anche 11 uomini dell' Arma dei Carabinieri che si sono precipitati in strada, in borghese, e armati di palette hanno bloccato il traffico vicino al ponte, che poi è crollato. ALL'INTERNO IL VIDEO DELLA POLIZIA
Riccardo Muci

ROMARiccardo Muci, 31 anni originario di Copertino in provincia di Lecce, agente del commissariato bolognese di  “Santa Viola”, è il poliziotto eroe che tra i primi ieri è intervenuto a Borgo Panigale,  sotto il ponte dell’autostrada, dopo che un’autocisterna è esplosa sul raccordo, il quale è sceso dalla Volante per allontanare gli automobilisti che stavano sopraggiungendo e bloccare il traffico.

“Ero con il mio collega, come capo equipaggio della Volante, ed eravamo impegnati in un regolare servizio di controllo del territorio a Borgo Panigale – racconta – Poi abbiamo visto da lontano tutto quel fumo sulla tangenziale e ci siamo avvicinati. Abbiamo chiamato la centrale operativa, che era già stata informata della situazione, e abbiamo fornito tutti i particolari che riuscivamo a vedere dalla nostra posizione, per dare quanti più elementi possibile alle squadre di soccorso“.

“Appena sceso dall’auto – racconta l’agente della stradale – ho subito capito quello che stava per succedere, c’era un odore inconfondibile nell’aria. Non potevo lasciare che le auto continuassero a circolare e così ho fatto mettere la volante di traverso, per bloccare l’accesso alla strada in entrambe le direzioni“.

Da tre anni a Bologna dopo una parentesi a Milano, stamattina il poliziotto Riccardo Muci quando si è svegliato ha pensato: “Mi è andata bene. Certo, non l’ho detto proprio in questi termini…“. Grazie al suo provvidenziale intervento ha salvato delle vite, mettendo al riparo tutti prima che esplodesse come una bombola il gas contenuto nell’autocisterna

Con grande senso di abnegazione Muci ha lavorato finché il dolore non l’ha sopraffatto costringendolo  a fermarsi. Perché la palla di fuoco ha travolto anche lui che è stato ricoverato al reparto grandi ustionati dell’Ospedale Bufalini di Cesena.

Muci ha riportato ustioni di secondo grado sul corpo, in quanto il calore che lo ha investito è stato così forte da superare e sciogliere persino la maglietta ignifuga che indossava, che si è sciolta con la sua pelle. Ma Riccardo sta reagendo col sorriso sulle labbra: pollici alzati e sguardo fiero, come nello scatto che in queste ore sta facendo il giro d’Italia.

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte che oggi è andato a incontrarlo per ringraziarlo al quale ha raccontato l’inferno vissuto ieri sotto il cavalcavia della A14 a Bologna, quando la cisterna che trasportava Gpl è esplosa : “Era emozionato, si è congratulato per quanto accaduto e poi abbiamo avuto una conversazione privata”. I medici stanno valutando la possibilità di un intervento chirurgico. Il poliziotto ha raccontato: “L’esplosione mi ha travolto, letteralmente. Se ho avuto paura? La paura è un sentimento normale, è giusto che ci sia in ognuno di noi. E’ il comprendere la paura che ci permette di tornare a casa. Non siamo dei Rambo ma siamo innanzitutto degli esseri umani. In quel momento non mi sono lasciato trascinare dalle emozioni. Il mio primo pensiero è stato quello di capire l’entità del danno e mettere in salvo quante più persone possibili”.

Conte si è poi recato all’Ospedale di Bologna, dove sono ricoverati gli altri circa 100 feriti, tra i quali anche 11 uomini dell’ Arma dei Carabinieri. Anche loro si sono precipitati in strada, in borghese, e armati solo di palette hanno bloccato il traffico vicino al ponte, lo stesso che poi è crollato.

Al telefono quando gli si chiede se si sente un eroe per aver evitato una possibile tragedia umana, Riccardo Muci risponde: “Io sono Riccardo, sono un poliziotto e cerco di fare bene il mio lavoro“. Poi ricordando quei momenti terribili vissuti racconta : “Subito dopo l’esplosione dell’autocisterna, sono fuggito dal posto, incitando le altre persone a seguirmi, allontanandoci insieme dalla zona” ed aggiunge “Appena arrivato alla mia macchina, il mio collega mi ha buttato dell’acqua fresca addosso in attesa dei soccorsi. Finché ho retto il dolore ho dato una mano ai Carabinieri per i soccorsi, poi le ferite mi hanno sovrastato e mi sono dovuto fermare. Sarà una convalescenza molto lunga, non me la sanno ancora quantificare. Ma se mi dovessi ritrovare in una circostanza analoga rifarei comunque tutto quello che ho fatto: il mio dovere“.

Il giorno dopo l’incidente che ha scatenato l’inferno a Bologna, dopo un tamponamento  ad un’autocisterna esplosa nel raccordo autostradale all’altezza di Borgo Panigale  si è fatto un bilancio dell’incidente che conta un morto e 145 feriti secondo il bilancio definitivo dell’Asl. Cordoglio è stato manifestato per l’autista del Tir deceduto, che guidava l’autocisterna con Gpl: si tratta di  Andrea Anzolin, vicentino 42 anni, un autista esperto, che da molti anni guidava mezzi che trasportano materiale infiammabile, e lavorava per un’impresa della provincia di Vicenza .

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