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28 Marzo 2024 11:01
28 Marzo 2024 11:01

Di Maio a Taranto. E’ finito il feeling con le associazioni ambientaliste

Il vice premier: "Mai avuto intenzione di chiudere lo stabilimento". Alcune associazioni hanno abbandonato il tavolo con i ministri, altre hanno detto le cose peggiori per sfogare la loro rabbia, delusione e dichiarare : "'E' un teatrino, mai più fiducia in voi"

ROMA – “Sono qui per dire che ieri in consiglio dei ministri abbiano abolito l’immunità penale che permetteva ai vertici di Ilva di potere godere di alcune esimenti legate a reati ambientali e legate ad alcuni reati odiosi che hanno fatto tanto male ai cittadini di Taranto” ha detto il vicepremier Luigi Di Maio arrivando a Taranto partecipando in Prefettura al tavolo permanente per il Contratto istituzionale di Sviluppo (Cis) con i ministri i ministri Costa, Lezzi, Grillo e Bonisoli .

“L’esimente doveva durare altri quattro anni e mezzo, ma ad agosto di quest’anno cesserà di esistere” ha detto Di Maioc’è oltre un miliardo di euro per Taranto che non si sta spendendo per vedere come si staranno spendendo i soldi stanziati” annunciando che tornerà tra due mesi il 24 giugno. “Non è una vittoria del governo ma è una vittoria dei tarantini – ha aggiunto Di MaioSo benissimo che i tarantini discendono dagli spartani ma ci sono tante altre battaglie da vincere“.

“Se qualcuno mi chiedeva di chiudere lo stabilimento e mandare ventimila persone in mezzo a una strada, questa non è mai stata la mia idea di ministro dello Sviluppo economico. Adesso c’è la fase due, tutto quello che ancora dobbiamo fare per estinguere il debito che tutti gli italiani hanno con i tarantini”. Lo ha detto il Ministro per lo Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, parlando nel corso del tavolo per il Cis Taranto. “Nessuno può pretendere di avere fiducia in bianco dai cittadini italiani e ancor di più di questa terra. L’unica cosa che noi possiamo fare per far riguadagnare fiducia verso le istituzioni della Repubblica, è far funzionare le cose che devono funzionare. Il nostro obiettivo con questo tavolo è metterci a disposizione“.

Nelle ore di riunioni trascorse in Prefettura a Taranto, offerta alla visione di tutti in diretta streaming sulla pagina Facebook di Di Maio, i rappresentanti dei comitati tarantini gli dicono le cose peggiori per sfogare la loro rabbia, delusione e dichiarare : “mai più fiducia in voi“. Ieri a Taranto è celebrato un vero e proprio  funerale di un rapporto politico che prima c’era. Di Maio e gli altri ministri del governo M5S-Lega sembrano 5 ‘imputati’ alla sbarra di un processo che i portavoce di tantissime associazioni ambientaliste e per la salute dei cittadini di Taranto non si sono lasciati scappare. Aspettavano Di Maio da tempo. Lo aspettava al varco l’ex consigliere comunale del M5s Massimo Battista:Luigi, ti do del tu, ci conosciamo…“, il tono è ricercatamente pseudo-amichevole:”Voglio sapere cosa è successo da quell’incontro che abbiamo avuto al Mise nel giugno scorso in cui abbiamo parlato di chiusura dell’Ilva? Ora vieni a Taranto a dire che non hai mai voluto chiudere la fabbrica!“.

Di Maio ha aspettato la conclusione del giro di tavolo per rispondere. Difendendosi con armi spuntate. Sostenendo che “il contratto con gli acquirenti ArcelorMittal l’aveva firmato già il mio predecessore Calenda, questa è stata la ‘variabile impazzita’, noi l’abbiamo scoperto tra le poltiche e l’insediamento del governo. Se l’avessimo annullato, loro potevano ricorrere al Tar e prendersi l’Ilva con i 3mila licenziamenti. Cioè senza trattativa. Invece la trattativa l’abbiamo fatta e non ci sono stati esuberi…”.

Quindi ritorna sull’immunità  parlando di nuove tecnologie per inquinare meno e promette la ‘Vias‘, cioè la Valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario, “la possono fare con un atto amministrativo i ministri Grillo e Costa “. La promessa di “riconversione” di fatto seppellisce definitivamente la vecchia promessa in campagna  elettorale di chiusura dell’Ilva che aveva consentito al M5S di sfiorare il 50% dei consensi alle ultime elezioni politiche.

Di Maio ha chiesto “scusa” per i tempi lunghi, “il governo ha fatto tutto il possibile nelle peggiori condizioni possibili: possiamo non essere d’accordo e rimarremo in disaccordo ma vi prego rivediamoci il 24giugno“. E quando un giornalista gli chiede : e se il governo sarà caduto? “Mai – assicura il vicepremier del M5S nonostante il rapporto che sembrerebbe molto incrinato con il dirimpettaio Matteo Salvini: “Non vogliamo far cadere il governo, abbiamo tante cose da fare tra le quali tornare a Taranto“.

 

 

 

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