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23 Aprile 2024 08:25
23 Aprile 2024 08:25

CSM, al lavoro su femminicidio e violenza di genere

Legnini : "il Consiglio intende raccogliere la grande attenzione del Presidente Sergio Mattarella e stimolare il confronto sia con il Parlamento, grazie anche alla sensibilità della Presidente della Camera Laura Boldrini, con eventuali modifiche normative, sia con il Governo e  il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il sottosegretario Maria Elena Boschi che sta lavorando al piano nazionale Antiviolenza".

ROMA – Ieri  mattina, nella Sala Conferenze di Palazzo dei Marescialli si è tenuto un incontro tra il Consiglio Superiore della Magistratura e i principali rappresentanti delle reti nazionali dei centri antiviolenza, in vista delle future iniziative del CSM contro il femminicidio e la violenza di genere. All’incontro hanno partecipato il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Giovanni Legnini, il Presidente della Settima Commissione Claudio Galoppi, la Vice Presidente della Sesta Commissione Paola Balducci e il Vice Presidente della Settima Commissione Renato Balduzzi e diversi rappresentanti delle Associazioni tra cui Telefono Rosa, UDI, DIRE, Maschile plurale, AIVV, l’Associazione italiana Vittime di Violenza e il Centro di Ascolto Uomini Maltrattati.

La Sesta Commissione, presieduta da Ercole Aprile, così come ha evidenziato la vice Presidente della Sesta Paola Balducci è già al lavoro per fornire una risposta concreta ai profili critici segnalati dalle associazioni antiviolenza. Le norme in parte già esistono, ma vengono spesso disapplicate. Bisogna incidere sui profili organizzativi degli Uffici per fare in modo che la risposta giudiziaria in favore delle persone offese sia tempestiva. Serve una maggiore effettività del sistema penale anche sul piano della tutela dei diritti della persona offesa”. “Non basta puntare sulla repressione” ha evidenziato la Consigliera Balducci, “occorre investire di più sul versante dell’informazione e della prevenzione; se del caso, indicando al Legislatore delle possibili soluzioni che nascano dal confronto con il mondo associativo. E’ poi fondamentale puntare sulla formazione dei magistrati; parlo di una formazione a 360 gradi che, ovviamente, non può essere soltanto normativa o giurisprudenziale, dal momento che c’è bisogno di una rinnovata sensibilità nelle modalità di approccio alle problematiche sollevate dalle persone offese, che non vanno mai lasciate sole o abbandonate dopo la denuncia”.

La Settima Commissione del Csm, competente per l’organizzazione “ha già avviato,una ricognizione degli uffici giudicanti e requirenti per il prossimo triennio, 2017-2019, per verificare l’adeguatezza dei moduli organizzativi adottati rispetto all’obiettivo prefissato di trattazione in via prioritaria, come già previsto nella circolare sulle Tabelle approvata lo scorso gennaio dal Plenum. All’esito dell’esame di questi dati la Settima Commissione – ha sottolineato il Presidente Galoppi – elaborerà delle linee guida che recepiscano e promuovano le best practice per la tempestività dei processi e la qualità della risposta giudiziaria, affinché i procedimenti a tutela delle vittime di violenza di genere siano particolarmente celeri”.

Il Vice Presidente Legnini, nel corso dell’incontro ha annunciato che a settembre,, “si terrà un importante momento di confronto in CSM, coinvolgendo oltre alla magistratura, l’avvocatura e la Scuola Superiore della Magistratura” con l’obbiettivo di “promuovere la condivisione di una sensibilità comune sul tema della violenza di genere, anche grazie alla formazione comune“. Con questa iniziativa, ha sottolineato Legniniil Consiglio intende raccogliere la grande attenzione del Presidente Sergio Mattarella e stimolare il confronto sia con il Parlamento, grazie anche alla sensibilità della Presidente della Camera Laura Boldrini, con eventuali modifiche normative, sia con il Governo e  il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il sottosegretario Maria Elena Boschi che sta lavorando al piano nazionale Antiviolenza“.

 “Agli inizi di marzo la Corte europea dei diritti dell’uomo (sentenza CEDU Talpis 2 marzo 2017) ha condannato l’Italia a risarcire una signora moldava per violenze domestiche. La sentenza ha suscitato indignazione e ci siamo accorti che sulle violenze domestiche e le violenze di genere c’era una lacuna: non si trattava solo di un problema specifico di quell’ufficio giudiziario.  Il nostro problema” ha concluso il Consigliere Balduzzi, “è riuscire ad assicurare la stessa garanzia di tutela in qualsiasi ufficio giudiziario. Domani in plenum approveremo una delibera che darà il via ad un’indagine conoscitiva negli uffici giudiziari perché prima di proporre delle linee guida dobbiamo avere un quadro preciso di quello che sta avvenendo su questi temi”.

 

 

 

 

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