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29 Marzo 2024 07:21
29 Marzo 2024 07:21

Crollo della gru ex-Ilva al Porto di Taranto. Al via le indagini.

Da non trascurare una circostanza importante, e cioè che gli impianti dell'ex-Ilva di Taranto sono al momento affidati in locazione ad Arcelor Mittal Italia, dall' ILVA in Amministrazione Straordinaria, i cui nuovi commissari non sono coperti da immunità penale e quindi potrebbero essere coinvolti a pieno titolo nel corso delle indagini, in quanto gli impianti dello stabilimento siderurgico di Taranto sono ancora di loro proprietà, cioè dello Stato.

ROMA – Fra gli otto indagati per il crollo della gru di Arcelor Mittal Italia al Porto di Taranto che ha causato la morte dell’ operaio Cosimo Massaro, 40anni di Fragagnano (TA) precipitato in mare con la gru il 10 luglio scorso vi è anche  Stefan Michel Van Campe, quale “datore di lavoro e gestore dell’unità produttiva di Taranto” dello stabilimento siderurgico ex-Ilva, insieme ad altre sette persone fra i quali Domenico Blandamura capoturno di esercizio del IV sporgente,  Vincenzo De Gioia capo Divisione “Sbarco Materie Prime Parchi Primari e Rifornimenti”, Andrea Dinoi capo del Reparto di manutenzione elettrica della fabbrica, Giuseppe Dinoi capo Reparto di esercizio, Mauro Guitto capo del Reparto manutenzione meccanica,  Carmelo Lucca capo Area “Sbarco Materie Prime” dello stabilimento, e Stefano Perrone membro della squadra di esercizio del IV sporgente,  tutti dipendenti di Arcelor Mittal .

I loro nominativi sono contenuti nella convalida del sequestro dell’area disposta dai sostituti procuratori della repubblica di Taranto,  Filomena Di Tursi  e Raffaele Graziano  che stanno svolgendo le indagini affidate alla Guardia Costiera, ai Carabinieri ed agli ispettori dello Spesal per fare chiarezza sulla dinamica e sulle eventuali responsabilità penali conseguenti al tragico evento di mercoledì scorso . I magistrati al momento ipotizzano due  possibili reati, cioè quello di omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. In pratica avrebbero consentito come si legge nel capo di imputazione, atto dovuto per lo svolgimento delle indagini,  “l’utilizzo di apparecchiature di sollevamento (gru di banchina) non idonee all’uso da parte dei prestatori di lavoro, omettendo di collocare impianti destinati a prevenire infortuni sul lavoro“.

La seconda ipotesi di reato contenuta nel sequestro, è di ” lesioni gravissime”  che si è aggravata con l’integrazione per “omicidio” conseguente al recupero della salma di Cosimo Massaro. I pm nel loro atto giudiziario hanno motivato il sequestro dell’area ove è crollata la gru in quanto necessario “per l’accertamento dei fatti” e sopratutto per la “prosecuzione delle indagini volte a ricostruire, anche attraverso lo svolgimento di accertamenti tecnici o richieste di incidente probatorio, la compiuta dinamica” del tragico incidete e per accertare le “condizioni di esercizio” delle apparecchiature di sollevamento della gru.

Il provvedimento di sequestro come reso noto dal procuratore capo di Taranto Carlo Maria Capristo, nella conferenza stampa di sabato,  è stato notificato agli indagati venerdì pomeriggio, quindi il giorno prima del recupero dal Mar Grande del corpo di Cosimo Massaro.  La procura ha nominato come custode giudiziario dell’area sottoposta a sequestrata, l’ingegnere Pasquale Todaro che è il “Capo Area Parchi Primari” dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto.

Come già annunciato in conferenza stampa il numero di indagati per la il tragico incidente mortale potrebbe aumentare ed oltre ai dirigenti della fabbrica potrebbero essere coinvolti tecnici esterni che hanno operato nelle fasi di ripristino e manutenzione della gru, a seguito del precedente  crollo del novembre 2012 in occasione del quale perse tragicamente la un altro operaio gruista, Francesco Zaccaria.

Il procuratore Capristo ha ricordato e messo in evidenza nel corso della conferenza stampa che quella gru in un recente passato era stata sottoposta a lavori di manutenzione e a operazioni di collaudo, ed occorre quindi accertare se tutto sia stato fatto in regola,  e se le autorizzazioni per il successivo funzionamento della gru siano state concesse regolarmente o meno.  Nell’inchiesta potrebbero essere coinvolti anche i responsabili di chi gestisce il sistema di allerta meteo, infatti i magistrati inquirenti, che indagano a 360 gradi, vogliono accertare se  nel flusso di informazioni rese note in merito all’allerta meteo, per determinare se vi siano state delle falle, omissioni o leggerezze di valutazione o comunicazione.

Dubbi che potrebbero essere già chiariti questa mattina dall’autopsia sul corpo di Cosimo Massaro, e qualora emergessero delle novità. in tal caso la procura amplierebbe il raggio di investigazione e quindi gli indagati potrebbero aumentare. Chiaramente gli indagati al momento non vanno considerati in alcun modo colpevoli di nulla, in quanto le loro iscrizioni nel registro degli indagati è esclusivamente propedeutica quale atto dovuto allo svolgimento delle indagini. Quindi non è il caso di fare ipotesi colpevoliste come al solito amano fare alcuni soliti “cronisti-fotocopiatori” della stampa locale.

Da non trascurare una circostanza importante, e cioè che gli impianti dell’ex-Ilva di Taranto sono al momento affidati in locazione ad Arcelor Mittal Italia, dall’ ILVA in Amministrazione Straordinaria, i cui nuovi commissari non sono coperti da immunità penale e quindi potrebbero essere coinvolti a pieno titolo nel corso delle indagini, in quanto gli impianti dello stabilimento siderurgico di Taranto sono ancora di loro proprietà, cioè dello Stato.

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