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20 Aprile 2024 11:18
20 Aprile 2024 11:18

Continua la solita “telenovela” sul Porto di Taranto. Come sempre parole tante… fatti nessuno !

Stranamente nessuno parla più dei progetti di rendere il porto di Taranto anche uno scalo turistico e non solo più industriale, considerato anche gli investimenti effettuati per realizzare il terminal passeggeri, che doveva essere pronto per il giugno 2017, ma anche quest'anno non è ancora finito ed operativo.

di Antonello de Gennaro

Lo scorso maggio con un annuncio dai soliti toni “trionfali” ed auto-celebrativi l’ Autorità di Sistema Portuale del mar Ionio rese noto di aver partecipato – al prestigioso evento internazionale Transport Logistic China, che riunisce a Shanghai il mondo dello shipping e della logistica, avvalendosi di un proprio desk a Shanghai curato dallo Shanghai International Shipping Institute, del quale il Presidente Sergio Prete continua a sostenere di essere membro dell’ Expert Committee dal 2012, ma sul cui sito in realtà non vi è alcuna sua traccia (vedi QUI) di tale ruolo !

All’ annuncio  venne reso noto anche un gemellaggio con i porti di Shenzhen, Ningbo, Yingkou, Guangzhou e Xiamen . Nel corso dell’exhibition il Porto di Taranto è stato rappresentato da Fulvio Lino Di Blasio, Segretario Generale dell’Autorità di Sistema Portuale, il quale negli incontri con operatori del settore ha illustrato lo scalo ionico in termini di servizi, infrastrutture disponibili e i progetti avviati e in corso di realizzazione. Anche in questo caso, come al solito parole al vento !

Adesso nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, sull’avvenuta presentazione da parte della YilPort Holding A.S. di una richiesta di concessione demaniale-marittima relativa all’occupazione e uso totali dell’intero compendio portuale (l’unica eccezione alla richiesta riguarda la Calata 5 e le aree retrostanti) denominato “Molo Polisettoriale” di Taranto, che al momento rappresenta una vera e propria cattedrale portuale nel deserto delle acque dello Jonio.

La YilPort  oltre all’utilizzo dell’infrastruttura portuale, avrebbe richiesto anche l’uso delle attrezzature e/o delle installazioni attualmente presenti. con una più dettagliata proposta, rispetto alle precedenti pervenute, che potrebbe consentire al Porto di Taranto  di tornare ad essere al centro delle rotte del Mediterraneo in quanto la stessa YilPort possiede parte delle quote azionare della Compagnia di navigazione Cma Cgm, con sede a Marsiglia, attualmente terzo operatore marittimo del mondo.

Il Comitato di gestione dell’ Autorità Portuale del Mar Ionio, ha deliberato il 4 luglio scorso la sospensione della procedura di confronto avviata con lo strumento del dialogo competitivo sulle precedenti istanze sino all’esito dell’attività di verifica – da compiersi da parte dell’ Autorità Portuale medesima – con riferimento alla domanda di rilascio della concessione presentata dalla YilPort Holding A.S., per la successiva adozione di provvedimenti finalizzati al perseguimento del pubblico interesse

Come non ridere nel leggere le solite patetiche dichiarazioni del Sindaco Melucci ? “Ora attendiamo (ma cosa c’entra lui con l’ Autorità Portuale ? n.d.a.) di valutare la documentazione presentata dal Gruppo Yilport, ma riteniamo che in considerazione della reputazione del proponente e dei primi numeri annunciati possiamo ritenerci soddisfatti, l’iniziativa può persino costituire il volano per riposizionare Taranto all’interno della grande strategia della Obor (la nuova via della seta). Tuttavia – continua Melucci da subito, su almeno un paio di elementi, ci sentiamo di suggerire una qualche cautela all’interno dell’istruttoria del Comitato di Gestione dell’Authority“. Forse Melucci, ricorda ancora e non ha ingoiato il rospo di quando in un recente passato venne buttato fuori da ben due bandi di gara proprio dall’ Autorità portuale di Taranto, dopo aver millantato partnership internazionali inesistenti ?

L’ annuncio dell’interesse della YilPort sul Porto di Taranto ricorda tanto una conferenza stampa in cui venne presentata un’iniziativa dell’ armatore Grimaldi, che non si è mai mai verificata nella realtà, il quale annunciò che avrebbe portato i trasporti via terra ad utilizzare  con le proprie navi la rotta via mare verso il Porto di Taranto. Annuncio a cui fece seguito tanto per cambiare, anche in questo caso  il nulla. Solo e soltanto  tante fotografie, annunci ad uso dei giornali e giornaletti locali, e nient’altro!

I sindacalisti della UIL  Giancarlo Turi e Carmelo Sasso incredibilmente manifestano  “stima e fiducia profonde per l’operato svolto” a Sergio Prete, presidente dall’Autorità di Sistema Portuale Mar Ionio, “anche in tempi critici e complessi, quali quelli vissuti dal Porto di Taranto,  ma ora ad egli attestano il merito grande, per serietà correttezza e visione di prospettiva, nel perseguire questo significativo risultato per il territorio jonico e per il pubblico interesse“, probabilmente dimenticando che se non ci fossero stati Ludovico Vico e Teresa Bellanova ad impegnarsi e risolvere il problema, i poveri dipendenti ex TCT sarebbero rimasti senza un centesimo in tasca, a causa della fuga da Taranto del traffico navale causato dai soliti ritardi, e tutto ciò a danno dei contribuenti e dipendenti. I dirigenti dell’ Autorità Portuale invece  i loro bei stipendi li hanno sempre portati a casa !

Infatti sul molo polisettoriale di Taranto ha operato sino a fine 2014 la compagnia Evergreen attraverso la partecipata TCT (Taranto Container Terminal), effettuando essenzialmente attività di transhipment. Taranto container terminal, a seguito del disimpegno di Evergreen da Taranto, è stata messa in liquidazione nel giugno 2015. Ed i circa 500 addetti precedentemente dipendenrti del Terminal Container di Taranto sono coperti da diverso tempo dagli ammortizzatori sociali e da alcuni mesi sono stati presi in carico dalla nuova Agenzia per il lavoro portuale istituita col decreto legge Mezzogiorno di fine 2016.

Non vorremmo essere scambiati per l’uccello del malaugurio, ma forse  tutti questi applausi e “sviolinate” preventive,  andrebbero fatte ad operazioni e contratti conclusi, che potrebbero rappresentare un occasione di ricollocazione lavoratori ex Tct .

Stranamente nessuno parla più dei progetti di rendere il Porto di Taranto anche uno scalo turistico e quindi non solo più industriale, considerato anche gli investimenti effettuati per realizzare il terminal passeggeri, che doveva essere pronto per il giugno 2017, ed avrebbe dovuto consentire di realizzare una completa polifunzionalità dello scalo jonico, così come indicato e voluto anche dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio (in carica all’epoca dei fatti).

Avrebbe dovuto essere quindi pronto un anno fa, secondo quanto previsto contrattualmente , ma anche quest’anno e siamo nel 2018  il terminal non è ancora finito, operativo ed utilizzabile. Il progetto del Centro Servizi Polivalente “Falanto” venne scelto attraverso un concorso di progettazione effettuato nel 2008 e vinto dall’architetto, professor Rosario Pavia. Il contratto per i lavori venne aggiudicato attraverso una gara dell’importo a corpo  pari a 6.632.660 euro con il raggruppamento temporaneo d’imprese formato da: Christian Color srl di Taranto, Cardinale srl e Antonacci Termoidraulica srl. La conclusione dei lavori era prevista in un anno….ma così anche questa volta, come in tutti i lavori appaltati dall’ Autorità Portuale di Taranto non è avvenuto. Qualcuno si meraviglia ? Nessuno !  Tutti zitti, compresa la stampa locale tarantina che ha notoriamente la memoria corta….

Nel 2017 dal porto di Taranto sono transitati 8.546 passeggeri (un’inezia) e tra il 2018 e il 2019 erano stati calendarizzati soltanto otto approdi. Sei dei quali avrebbero dovuto essere della Marella (gruppo Tui) che è la nuova ridenominazione della Thomson Cruises. Dismessa la Thomson Spirit, che viaggiava con circa 1.500 passeggeri, ora era prevista l’arrivo della  Marella Discovery che trasporta 1.830 passeggeri. Lo scorso 3 maggio era previsto l’attracco a Taranto della Marella Discovery 2, che arrivava da Messina  diretta a Corfù con 1.832 croceristi a bordo , ma nonostante le autorizzazioni ricevute, la nave arrivò soltanto al largo del Porto di Taranto senza attraccare e quindi riprendere regolarmente la propria navigazione.

Il 25 giugno scorso è arrivata in Porto a Taranto la New Caledonia Panorama 2  con a bordo appena 49 ospiti. Attesa per il 31 ottobre (sulla carta…)  la Saga Shappire. Arriverà ? A questo punto abbiamo più di qualche legittimo dubbio !

Basti pensare, ad esempio, che nel porto di Brindisi lunedì 14 agosto 2017 , sono arrivate lo stesso giorno ben tre navi da crociera che hanno attraccato contemporaneamente:  la nave Silver Muse, la nuova ultra luxury ship di Silversea che trasporta circa 600 passeggeri,  e la Queen Victoria, l’innovativa e lussuosa ammiraglia della compagnia Cunard, con il suo carico di circa 2.000 passeggeri.  Lo stesso giorno arrivò a Brindisi la nave-crociera MSC Musica che viaggia con circa 3.000 passeggeri e scala con regolarità Brindisi ogni lunedì, sin dallo scorso aprile 2017 !

Che fine hanno fatto le promesse elettorali di Rinaldo Melucci...sulla “svolta” turistica-crocieristica di Taranto ??? Anche perchè la gestione delle navi da crociera che sarebbero dovute venire a Taranto non è più dello Ionian Shipping Consortium, ma bensì gestita dalla famiglia Melucci e dal loro imbarazzante (che è dir poco !) socio di Varazze, di cui presto vi parleremo….

 

 

 

 

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Grazie, Antonello de Gennaro

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