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19 Aprile 2024 07:33
19 Aprile 2024 07:33

Conte a Londra incontra Mittal: “Occupazione sia adeguata”. E la trattativa sull’ ILVA continua…

Nella bozza compare la data di inizio del nuovo corso green:  il 2023. La produzione industriale fissata a 8 milioni di tonnellate all’anno e l’ingresso dello Stato. Niente esuberi, ma solo fino alla firma dell’intesa. Adesso il confronto più difficile è quello del rush finale tra i rispettivi legali. La trattativa va chiusa entro e non oltre il 7 febbraio. Dopodichè la decisione passerà al potere giudiziario.

ROMA – Il Governo ritiene che “i numeri iniziali” di ArcelorMittal sugli esuberi all’ex Ilva restino inaccettabili. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte ai giornalisti dopo un incontro avuto a Londra con Lakshmi Mittal. Ceo del gruppo Arcelor Mittal, la multinazionale che gestisce l’ex stabilimento Ilva di Taranto.

Il colloquio è avvenuto nella sede dell’Ambasciata italiana a Londra , e soprattutto quando mancano appena 72 ore all’udienza, presso il Tribunale di Milano, che discuterà i ricorsi presentati sia ArcelorMittal sia da Ilva in amministrazione straordinaria. Entro il 7 febbraio sarà dunque necessario chiudere il negoziato per salvare la fabbrica siderurgica di Taranto.

“Gli ho ribadito che i loro numeri iniziali non sono accettabili” e che per il Governo italiano è “fondamentale preservare un livello occupazionale adeguato, elevato”. Un incontro, aggiunge il premier, utile a verificare che ci sono “obiettivi” condivisi e a dare “nuova linfa ai nostri negoziatori”. Secondo il premier Conte è “fondamentale preservare un livello occupazionale adeguato, elevato”.

Ed è per questo chesi stanno anche creando le premesse per l’ingresso del pubblico perché, come abbiamo detto, ci sarà anche un investimento pubblico”. Mentre “già nei prossimi giorni lavoreremo perché si possano usare i fondi” per la transizione messi a disposizione dall’Ue. Conte si è confrontato su queste risorse, chiamate ‘Transition Fund’,  con la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen.

Il passo in avanti nella trattativa viene certificato dallo stesso Conte che, dopo i toni perentori usati dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, ha presso di fatto in mano il dossier. “Non sono entrato nel dettaglio delle clausole – dice – però sicuramente ribadirci quali sono gli obiettivi, le strategie della negoziazione che stiamo portando avanti e ritrovarci a condividere degli obiettivi è stato importante e credo che questo offrirà anche ai nostri negoziatori nuova linfa e nuova energia per lavorare fino a notte fonda”.

Il che significa che i rispettivi avvocati stanno ancora lavorando per raggiungere un accordo. “Ad ogni modo, venerdì in Tribunale bisogna andarci, ma sarebbe bene arrivarci con un accordo”, è l’auspicio del presidente del Consiglio.

Una bozza di accordo di cinque pagine c’è e nelle prossime ore sarà definita dai rispettivi legali, ma è possibile che venga sottoposta all’attenzione dei sindacati, in una situazione certamente poco facile. Nella bozza compare la data di inizio del nuovo corso green:  il 2023. La produzione industriale fissata a 8 milioni di tonnellate all’anno e l’ingresso dello Stato. Niente esuberi, ma solo fino alla firma dell’intesa. Dal giorno dopo il tabù sarà rotto, i sindacati saranno chiamati a Palazzo Chigi e partirà una trattativa. Nel frattempo il Governo è pronto a sostenere i costi della cassa integrazione per tre anni.

Tutto contemplato nell’emendamento al decreto legge Milleproroghe, che dovrebbe essere presentato dal Governo per “garantire la continuità del sostegno al reddito in favore dei lavoratori dipendenti delle aziende del gruppo Ilva” è prorogata, per l’anno 2020, l’integrazione della Cigs per dipendenti, con un limite di spesa fissato in 19 milioni di euro. Il negoziato con la multinazionale franco-indiana, nonostante un mese di trattative, presenta diverse criticità. Tra gli ostacoli vi è quello occupazionale, visto che la trattativa rischia di non chiudersi ad “esuberi zero” ma, come detto, con un nuovo ampio ricorso (si parla di più di 2mila persone) alla cassa integrazione straordinaria per gestire la ristrutturazione .

Adesso il confronto più difficile è quello del rush finale tra i rispettivi legali. La trattativa va chiusa entro e non oltre il 7 febbraio. Dopodichè la decisione passerà al potere giudiziario. “In tribunale bisogna andarci” – ha detto il premier – ma sarebbe bene arrivarci con un accordo”.

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