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29 Marzo 2024 06:59
29 Marzo 2024 06:59

Brindisi. Conclusa con 2 arresti operazione antiterrorismo della Polizia di Stato

Secondo gli investigatori entrambi gli arrestati facevano parte di cellula salafita. Erano in contatto con Anis Amri e pronti ad effettuare azioni di violenza in diversi scenari operativi, arrivando al martirio, avevano aderito all'Isis. All' interno il VIDEO dell'operazione

 


ROMA –
La Polizia di Stato di Brindisi porta  a termine una complessa operazione antiterrorismo.

L’attività investigativa condotte dalla DIGOS della Questura di Brindisi – sotto la direzione della Procura della Repubblica presso la DDA di Lecce e della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo – ha condotto all’arresto per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale del ventisettenne  Nkanga Lutumba, cittadino congolese.


Il marocchino ventiduenne  Amri
 Soufiane anch´egli appartenente alla stessa associazione con finalità di terrorismo internazionale, e risultato in contatto
con Anis Amri, ( a sinistra nella foto) l’autore della strage al mercatino di Natale a Berlino in Germania , è stato espulso dall’Italia.

Dalle approfondite indagini della Digos di Brindisi, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia  di Lecce e dalla Procura nazionale Antimafia e Antiterrorismo, è emerso che i due facevano parte di una cellula salafita operante a Berlino e avevano aderito all’Isis.

Gli investigatori hanno accertato la totale adesione di entrambi all´ideologia dello Stato Islamico, raggiunta attraverso un percorso di progressiva radicalizzazione religiosa  meticolosamente ricostruito e documentato dalle particolari e sofisticate attività tecniche eseguite, ma anche acquisito elementi indizianti circa la loro disponibilità al compimento di atti violenti, in diversi scenari. che entrambi avevano aderito all’Isis ed erano pronti ad effettuare azioni di violenza in diversi scenari operativi, arrivando al martirio.

Le indagini e le attività tecniche di intercettazione, effettuate con il supporto del Servizio centrale Antiterrorismo e del Servizio di cooperazione internazionale, hanno inoltre reso possibile di scoprire e neutralizzare i progetti della cellula, di cui facevano parte 11 componenti.

Il fatto. Lo scorso 2 gennaio 2017 la DIGOS di Brindisi ha eseguito  il “fermo di indiziato di delitto” emesso dalla Procura della Repubblica presso la DDA di Lecce nei confronti di Nkanga Lutumba, nato a Kinshasa (Congo) il 15 maggio 1990 e residente in Germania, all´epoca ospitato presso il CPR di Brindisi/Restinco,  poiché ritenuto organico a una cellula salafita composta da più membri aventi precise finalità di terrorismo internazionale in quanto aderenti allo Stato Islamico, concentrati nel quartiere di Moabit nella città di Berlino.

Gli sviluppi investigativi: dalla ricostruzione effettuata dalla DIGOS di Brindisi, i due stranieri, partiti da Berlino, via Monaco, avevano fatto ingresso in territorio nazionale il 2 dicembre 2016, giungendo a Roma nella giornata successiva del 3, dove hanno soggiornato presso un B&B in zona centrale. Successivamente i due, con mezzi diversi e sotto false generalità, si sono spostati ad Ancona il 4 dicembre con l’intenzione di imbarcarsi per Patrasso (GR) e poi, verosimilmente, dirigersi verso Instanbul, ove i due si sarebbero dovuti ricongiungere ad un altro gruppo di militanti.

Durante il loro soggiorno in ItaliaNkanga LutumbaAmri Soufiane hanno sempre cercato di evitare di lasciare tracce del loro passaggio, facendo estrema attenzione nell´utilizzo dei telefonini e scegliendo consapevolmente ogni sera una località diversa dove alloggiare, dichiarando sempre nomi diversi lungo tutto il tragitto effettuato. Un imprevisto sciopero dei vettori marittimi greci, tuttavia, li ha costretti a soggiornare, la notte del 4 dicembre, presso una struttura alberghiera del capoluogo marchigiano dove la Polizia di Ancona li ha sottoposti a controllo. In quel frangente, è emersa una segnalazione delle Autorità tedesche che descriveva Amri Soufiane quale soggetto potenzialmente pericoloso, e  nei cui confronti doveva essere operato il ritiro del passaporto.

Da quel momento in poi sono state attivate articolate e complesse attività investigative, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia ed Antiterrorismo di Lecce, proseguite  in un clima di assoluto riserbo per non comprometterne i delicati esiti investigativi ed estese in ambito internazionale, anche con l´inoltro di commissioni rogatorie, grazie al supporto del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia. Il gruppo di lavoro investigativo appositamente costituito in seno alla DIGOS di Brindisi è riuscito quindi a individuare ben 11 componenti della “cellula salafita” di cui facevano parte Nkanga LutumbaAmri Soufiane ; si trattava di un gruppo estremamente variegato formato da militanti tutti residenti in Germania, di età compresa fra i venti ed i trenta anni, con identici percorsi di radicalizzazione, ed il 19 gennaio 2017 tutti i membri del gruppo sono stati deferiti alla DDA di Lecce per il reato di “associazione con finalità di terrorismo internazionale“.

A carico di Nkanga LutumbaAmri Soufiane sono state contestate le condotte di partecipazione e conseguente messa a disposizione dell´associazione terroristica sovranazionale denominata IS (cioè l’ Isis) , che si propone il compimento di atti di violenza con finalità terroristica nei confronti dei paesi occidentali fra cui anche l´Italia, la Turchia, e la Germania, nonchè di finanziamento delle attività dell´IS tramite raccolta di denaro in Germania.

 

Le modalità operative .  Il gruppo in questione, per raggiungere il teatro siro-iracheno, si era tatticamente frazionato in più parti, individuando almeno due itinerari ritenuti sicuri: il primo, affrontato da LutumbaSoufiane, costituito dalla rotta mediterranea (Germania- Italia-Grecia-Turchia), il secondo quella balcanica (Germania – Austria -Ungheria -Serbia – Croazia – Macedonia- Grecia -Turchia). Lungo questo tragitto, mentre viaggiavano a bordo di un Audi A6  lo scorso 4 dicembre 2016 presso il valico di frontiera di Bajakovo, fra Croazia e Serbia, sono stati identificati 3 elementi del sodalizio: Emrah Civelek, Feysel Hermann, Husan Saed Hussein  .

Uno dei tre, Feysel Hermann era destinatario di un provvedimento di divieto di espatrio adottato dalle Autorità tedesche analogo a quello che pendeva nei confronti di Amri Soufiane mentre un altro membro del gruppo, Emrah Civelek, tassista a Berlino, risultava tra i responsabili del centro islamico berlinese “Fussilet 33“, anch´egli radicalizzato ed aderente al progetto di distribuzione del corano chiamato “Lies“.

La sequenza di messaggi scambiata tra gli indagati, ricostruita dagli investigatori della DIGOS, testimonia la capacità militare e l´organizzazione della cellula. Nkanga Lutumba, in particolare, si è dimostrato prodigo nel dispensare istruzioni ai suoi compagni finalizzate a dissimulare il loro aspetto fisico, eliminando ogni riferimento religioso di tipo radicale, quale la  barba o elementi del vestiario. Ecco alcuni stralci dei dialoghi intercettati tra Lutumba Nkanga, durante la sua permanenza al CPR di Restinco, ed alcuni componenti del gruppo mentre percorreva la tratta balcanica:

Un fratello è stato preso“,  “Assalam Alaikum Akhi dì alle Barbe devono via, dice il fratello, sta diventando troppo pericoloso“, “Del secondo gruppo uno è stato preso.”, “Hanno controllato il secondo gruppo, uno non è riuscito a proseguire, al resto non è successo niente“,  “Sì, Achi (caro), tutto bene, adesso fai attenzione veramente, andate da dietro, così che nessuno vi noti. Credimi questi porci vi stanno alle costole“.

Lo scorso 31 gennaio le Autorità Tedesche, sulla base dei numerosi elementi indiziari forniti dalla DDA di Lecce opportunamente incrociati con le risultanze investigative scaturite dalle indagini condotte in Germania, hanno proceduto al fermo di Amri Soufiane, Emrah Civelek, Resul Korkmaz e di altri membri del gruppo individuato grazie al lavoro della Digos di Brindisi,  nonchè alla chiusura della moschea “Fussilet 33“, dove come visto gravitava l´intera cellula, è quella dove Amri Anis è stato individuato subito dopo l´attentato a Breitscheidplatz, acquisendo nel contempo importanti riscontri investigativi che evidenziavano la possibilità  di eventuali atti violenti persino mediante il sacrificio della vita dei soggetti arrestati.

I contatti qualificati. dalle complesse analisi svolte sui dati di traffico telefonico e sulle tracce informatiche, sono emerse relazioni fra alcuni membri della cellula ed il responsabile dell´attentato al mercatino di Natale a Berlino del 19 dicembre scorso, il tunisino  Amri Anis, risultato tra i contatti “social” di Amri Soufiane e frequentante i luoghi di dimora abituale nel  quartiere berlinese di Moabit di Lutumba Nkanga e dello stesso Amri Soufiane .

Il percorso di radicalizzazione religiosa, indirizzato probabilmente verso le più estreme conseguenze, è testimoniato dal recupero di circa un migliaio  di chiare ed inequivocabili foto e filmati presenti nella memoria dei telefoni “devices” sequestrati a Lutumba Nkanga nonché dai messaggi scambiati fra i membri del gruppo sui social e sulle chat, ivi compresa “Telegram” , quest´ultima prevalentemente impiegata per le interazioni con l´agenzia di comunicazione dello Stato Islamico “Amaq“.

Nel corso delle indagini non sono emersi elementi che facciano ritenere che il Lutumba o gli altri componenti della cellula terroristica smantellata.  avessero in progetto di compiere atti terroristici in Italia.

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